Petacchi: "Domani andrò dal pm, poi rimonto in bici"

Una maglia verde del Tour ha un grande valore per un velocista, simbolico e non solo. Vale molto anche per i circuiti post-Tour, che si tengono in questi giorni in Belgio, Olanda e Germania. Alessandro Petacchi, che l’ha riportata in Italia dopo 42 anni, ieri sera era ad Aalsd, in Belgio, per un circuito a ingaggio. Giusto il tempo di correre davanti a 30 mila appassionati (paganti) e questa mattina il volo per tornare in Italia: c’è da riabbracciare la moglie Anna Chiara e il piccolo Ale junior di 2 anni.
Felice il piccolo Ale junior per la sua maglia verde?
«Felicissimo, per lui sono ormai l’incredibile Hulk, anche se Ale mi ha chiesto soprattutto una cosa».
Che cosa?...
«Il casco verde. A lui della maglia interessa poco, è affascinato dal casco verde».
Come ci si sente alla fine di un Tour come questo?
«Bene. Molto bene. Perché a 36 anni suonati riuscire a vincere due tappe e la maglia verde non è cosa da poco. Soprattutto perché a 11 lunghezze è arrivato Mark Cavendish, che ha 11 anni meno di me ed è davvero un prodigio della natura. Quindici tappe vinte al Tour in tre anni: cose da marziani».
Ringraziamenti?
«Alla squadra, dal primo all’ultimo, ma a uno in particolare: a Danolo Hondo. L’ho voluto io in squadra e lui si è dimostrato un professionista esemplare».
Obiettivi futuri?
«Correrò il Gp di Amburgo e la Vuelta. Vediamo poi se ci sarà la convocazione azzurra per il mondiale del 3 ottobre in Australia».
Intanto però domani dovrà recarsi dai Nas di Firenze (inchiesta Procura di Padova). Ipotesi di reato: uso di Pfc (un ossigenante del sangue) e albumina umana.
«Chiarirò la mia posizione domani, quando andrò a Firenze. Spero si sistemi presto la cosa in modo da poter continuare a fare il mio lavoro in tutta tranquillità. Da giovedì, infatti, sono nuovamente in giro per circuiti: Olanda, Germania, Belgio, fino al 5 agosto ho corse a cui partecipare».
In giro per il mondo, in attesa di una convocazione mondiale del neo ct Paolo Bettini.
«Non conosco il percorso iridato, devo parlarne con Paolo».
Da una parte vive un momento magico, con la conquista della maglia verde, dall’altra un avviso di garanzia per doping, che pende sulla sua testa, inviatole dalla Procura di Padova: quale è il suo stato d’animo?
«Il presidente di Francia, Nicolas Sarkozy ha invitato i cinque corridori che hanno regalato al proprio Paese sei vittorie di tappa al Tour.

Io che ne ho vinte due e ho riportato in Italia 42 anni dopo Bitossi la maglia verde, non sono stato chiamato dal presidente della nostra Repubblica, ma dalla Procura della Repubblica di Padova. Quale può essere il mio stato d’animo?».

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