da Milano
Venezuela e Iran vogliono un taglio alla produzione petrolifera dellOpec per mantenere alti i prezzi del greggio che negli ultimi tre mesi hanno perso gradualmente terreno avvicinandosi ai 50 dollari al barile. Lo ha annunciato il presidente venezuelano Hugo Chavez durante la visita a Caracas del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. La linea dei «duri» Opec è stata completata in giornata con la presa di posizione dellAlgeria che si è detta favorevole a una riunione straordinaria dellOrganizzazione dei Paesi produttori durante la quale potrebbe essere decisa la riduzione della produzione. Tuttavia fonti di Teheran hanno detto che lOpec non ha ancora deciso se tenere la riunione. Il responsabile dei rapporti con lOpec al ministero iraniano del Petrolio, Javad Yarjani, ha affermato che la riunione si potrà tenere se prima sarà stato raggiunto un accordo sulla produzione.
Ma è soprattutto la nascita dellasse Iran-Venezuela che ha attirato lattenzione degli osservatori: un asse basato su antiamericanismo e terzomondismo. Quanto poi potrà pesare sulle decisioni Opec è tutto da vedere. LIran è il quarto produttore mondiale di petrolio, mentre il Venezuela è al quinto o, secondo una valutazione americana, è sceso allottavo. Secondo altre stime lIran è addirittura il secondo produttore mondiale e il Venezuela il quarto. Caracas, inoltre, è uno dei principali fornitori di greggio degli Usa. «Sappiamo che cè troppo petrolio sul mercato e appoggeremo la decisione di tagliare la produzione per sostenere il prezzo» ha detto Chavez. Ma la situazione è probabilmente più complessa: a influenzare la quotazione del greggio non è tanto la sua relativa disponibilità, ma piuttosto labbondanza di prodotto raffinato, in questo il gasolio per riscaldamento. Si sta cioè invertendo la situazione che cera ancora fino ad alcuni mesi fa, quando le quotazioni del greggio erano fortemente influenzate dalla mancanza di carburante, in particolare della benzina sul mercato americano.
Ma, ovviamente, lincontro Chavez-Ahmadinejad ha anche un sapore molto politico: i due leader si sono trovati daccordo da un lato sul programma nucleare iraniano, dallaltro nellappoggio al sandinista appena insediato in Nicaragua. Mentre Caracas porta avanti un denso programma di nazionalizzazioni. Quanto agli affari, la società poetrolifera iraniana Petropars ha firmato un accordo per progetti di esplorazione e sviluppo di nuovi pozzi in Venezuela, mentre sono stati firmati altri contratti per la cooperazione nellagricoltura, ledilizia, il turismo e linformazione.
Infine laltro fronte: quello tra Russia e Bielorussia.
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