«Oggi sono grata al destino per aver perso loro a Pechino per 4 millesimi, sennò non sarei qui pronta alla prossima Olimpiade. Avrei smesso». Parola di Josefa Idem, supernonna sportiva in attesa dellottava sua Olimpiade. Con queste parole ha insegnato qualcosa a tutti. Dette ieri, non un secolo fa. Cè unimmagine che non declina in questa Italia un po strizzata ed è quella del nostro sport e dei suoi campioni. Raccontava tre anni fa Cesare Romiti, esperto di rapporti con i cinesi, che le otto medaglie doro di Pechino sono valse più di qualunque campagna pubblicitaria che volesse penetrare in Cina.
Ecco, lo sport italiano ha sempre una bella faccia. Così presentabile da attrarre i grandi sponsor e regalarci uno spiraglio di orgoglio o autocompiacimento. Ora anche di più, visto il rinforzo economico. È di ieri lannuncio dellaccordo fra Intesa San Paolo e Coni per la partnership che prevede una sponsorizzazione di 4,5 milioni nel prossimo triennio. Ovvero: Intesa San Paolo sarà sponsor principale per i Giochi di Londra 2012, i giochi del Mediterraneo 2013, le Olimpiadi invernali a Soci nel 2014 ed altre manifestazioni. Se pensate che partecipare ai Giochi estivi costa molto più di 10 milioni di euro (contano anche i premi per le medaglie) è evidente quanto sia determinante il fattore economico. Intendiamoci, pure Intesa San Paolo ha fatto i conti: in Italia ci sono circa 13 milioni di praticanti, il target giovanile è il più coinvolto (non a caso laccordo è stato presentato nella filiale chiamata Superflash, come il nuovo tipo di carta destinata ai giovani acquirenti). Il giro daffari del nostro sport supera i 41 milioni, con unincidenza sul Pil del 2,6%, le imprese attive nel settore sono circa 13mila: bel business, il quadro è chiaro.
Poi toccherà andare a caccia di medaglie e questo è uno degli aspetti che terrorizzano Gianni Petrucci (nella foto), il presidente del Coni. «In questa annata abbiamo raggiunto troppi successi. Cè il rischio di peccare dottimismo, lanno preolimpico è sempre un po traditore. Sono preoccupato, firmerei per essere smentito». Sì, daccordo sul pessimismo, ma poi ieri il Coni ha messo insieme i suoi due poli: nonna Josefa e le ragazze della ginnastica ritmica, giovanissime e campionesse del mondo, che hanno fatto riscoprire il fascino delle imprese. «A Pechino ci hanno tolto qualcosa con quel quarto posto, siamo ripartite con rabbia per riprendercelo a Londra», ha garantito Elisa Santoni, 24enne capitana delle ginnaste. «Lanno olimpico è lanno olimpico, parola che va pronunciata con un altro timbro, quello che viene dal cuore», ha sintetizzato la Idem.
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