Tornano le grandi manovre tra costruttori di auto. Dopo il colpo di Fiat su Chrysler e la conclusione della lunga vicenda Opel, in attesa che si faccia chiarezza sul destino di Saab e Volvo (per questultima si è fatto sotto un consorzio Usa), è ancora il Lingotto a tenere banco (cominciano a trapelare le prime indiscrezioni sulle sinergie Lancia-Chrysler) e, soprattutto, il gruppo Psa Peugeot Citroën.
Ieri lOccidente si svegliato con la notizia dellaccordo in itinere tra i francesi e Mitsubishi. Psa, in pratica, si preparerebbe ad acquisire tra il 30 e il 50% della casa giapponese. In questo modo, il nuovo colosso si porrebbe al sesto posto nella classifica mondiale con 4,45 milioni di veicoli prodotti, di cui 1,19 di parte nipponica. Mitsubishi e Psa sono già legate da accordi industriali: insieme producono Suv nella fabbrica dei giapponesi in Olanda e si apprestano a lanciare, personalizzata con i rispettivi marchi, lauto elettrica. La promessa di nozze tra Parigi e Tokio rappresenta una svolta nella strategia della famiglia Peugeot e il primo risultato di peso del neoamministratore delegato Philippe Varin. Questultimo è stato assunto nei mesi scorsi al posto di Christian Streiff il quale, al di là dei problemi legati alla salute che lo avevano tenuto lontano dalla scena per diverso tempo, si era scontrato con le aspettative proprio dei Peugeot, orientati a cercare un partner con cui unirsi in matrimonio. Si era parlato di Fiat, quindi di Bmw, ma la scelta della famiglia francese si è spostata a Oriente, in casa della più piccola tra le aziende automobilistiche giapponesi.
E veniamo ai rapporti tra Fiat e Chrysler. AutomotiveNews riporta una serie di ipotesi su come lamministratore delegato Sergio Marchionne intende gestire il marchio Lancia in chiave Chrysler.
Quella ritenuta più verosimile riguarda la vendita dei modelli con il logo Lancia nei Paesi dove il brand italiano è più conosciuto (oltre al nostro, Francia e Svizzera) e con il logo Chrysler nel resto dellEuropa. Il problema cronico di Lancia è di non essere mai riuscita a diventare un marchio internazionale. Laltra ipotesi, che comporterebbe il ridimensionamento del brand torinese, è la commercializzazione come Lancia delle vetture alto di gamma. Per esempio, la Y con interni esclusivi e finiture di pregio si chiamerebbe Chrysler Y by Lancia, il resto della gamma avrebbe invece il marchio Usa.
Ma si è anche parlato di vendere in Italia, come Lancia, le ammiraglie della casa Usa, come il Voyager e la 300C, e negli Stati Uniti come Chrysler modelli tipo la Delta. La discussione è aperta. Un fatto sembra farsi strada: si intravede un dimagrimento di marchi.
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