da Milano
Laveva detto al Giornale proprio ieri: «Mi fanno passare per pazza, per una persona ondivaga e ballerina». Clementina Forleo aveva colto il clima che si è creato intorno a lei. Anche a Milano. Autorevoli colleghi, magari a mezza voce nei corridoi del Palazzo di giustizia, la descrivono come una donna in sofferenza, affaticata, logorata. Pochi si soffermano invece sulle sulle rivelazioni. I giudici, a loro modo iconoclasti, non amano licona mediatica e preferirebbero vederla sbiadire. Il contenuto delle sue imbarazzanti affermazioni è come un messaggio in bottiglia, perso nelloceano. Il Procuratore generale Mario Blandini, il «soggetto istituzionale» che le avrebbe consigliato di non depositare le telefonate relative a Massimo DAlema, tratteggia lo stesso quadro: «Nellultimo anno e mezzo è stata sottoposta a un fuoco di fila di accadimenti. Gli attacchi per alcune sue decisioni, il tragico incidente dei suoi genitori. Prima le dichiarazioni in televisione, poi le crisi di pianto. Si tratta evidentemente di un momento di difficoltà psicologica».
E lidentikit impietoso fa da sfondo al nocciolo della contesa. Clementina Forleo prima a Brescia e poi al Csm aveva messo a verbale un incontro con lalto magistrato in cui il Procuratore generale le avrebbe detto: «Qua ha chiamato DAlema». Blandini rimanda al mittente quelle affermazioni: «Non ho mai ricevuto nessuna telefonata né da DAlema né da nessun altro». E ancora: «Io Massimo DAlema non lo conosco, lho visto solo in tv». Capitolo chiuso? Il Pg di Milano in realtà dice anche altro: «Le ho sempre dato consigli richiesti solo da lei. Molto spesso mi chiedeva pareri tecnici anche su come comportarsi con i suoi colleghi dufficio, anche per vicende personali». Non è ancora tutto: «Probabilmente le ho dato consigli anche in quel caso - insomma proprio sulla vicenda Unipol-Bnl - raccomandandole prudenza e discutendo dellinterpretazione della legge Boato». Ovvero della norma, non proprio chiarissima, che regola il delicato tema delle intercettazioni. «Il mio consiglio - aggiunge Blandini - era riferito non certo alle telefonate o al loro contenuto, ma piuttosto alle modalità con le quali sono state messe a disposizione delle difese le trascrizioni delle intercettazioni».
Insomma, per il Procuratore generale, largomento fu toccato, ma lui si guardò bene dallinterferire nelle decisioni del gip e soprattutto non le portò alcun messaggio obliquo. «La Forleo - è la conclusione del Pg - ha grandi meriti, ma a volte, come si dice a Napoli, parte in quarta. E io non una volta, ma cento volte, le ho consigliato prudenza. Dicendole che nel caso avesse sbagliato, lavrebbero fatta a pezzi».
Giulia Bongiorno, amica e avvocato della Forleo, invita a guardare al contenuto delle rivelazioni, non allicona: «Qua ci sono due verbali uguali fino alle virgole, prima a Brescia, poi al Csm.
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