Più concorrenza vuol dire più opportunità Per famiglie e imprese offerte vantaggiose

Da circa vent’anni il mercato energetico italiano vive in una continua evoluzione verso la completa liberalizzazione, dopo decenni di monopoli o oligopoli sia nel settore dell’elettricità che in quello nel gas. Un’accelerazione al processo di cambiamento nel mercato elettrico è avvenuta nel 1999 con il decreto Bersani, che ha dato attuazione a una direttiva europea del ’96 contenente norme comuni per i mercati interni.
Da allora è stato un continuo susseguirsi sia di adempimenti già programmati sia di innovazioni in corso d’opera collegate all’emergere di tematiche nuove o impreviste come, per esempio, la crescita dell’attenzione verso le fonti di energia rinnovabili (con la nascita dei Certificati Verdi) o la necessità di mitigare l’impatto dell’aumento dei costi energetici sui bilanci delle famiglie già minacciati dalla crisi economica (vedi, ad esempio, il Bonus Sociale introdotto alla fine di dicembre dal governo a favore delle fasce più deboli della popolazione).
Il processo di liberalizzazione in corso si scontra con decenni di cultura monopolistica e di dirigismo statale, in parte spiegabile con la peculiarità di un’industria a forte intensità di capitale necessario per gli investimenti e la gestione. Se da una parte le leggi promettono di mandare in archivio anni di impossibilità di scelta e di carenze nel servizio al cliente (si pensi, per esempio, alla farraginosità delle procedure burocratiche, ai tempi biblici di attesa per gli allacciamenti o a quelli per la riparazione dei guasti, tipici di un tempo), dall’altra, a tutt’oggi, non possiamo ancora dire di trovarci di fronte a un mercato veramente concorrenziale e completamente trasparente.
Qualcosa, al di là dei proclami, ha comunque iniziato a muoversi. Nonostante incertezze dei quadri normativi e lacune nei regolamenti attuativi, da qualche anno si è sviluppata una serie di nuovi operatori specializzati in alcuni aspetti delle filiere dell’elettricità e del gas o addirittura in grado di coprire più fasi (come la generazione, l’acquisto all’ingrosso e la vendita) in uno o in entrambi i mercati energetici. Dall’avvento della possibilità per tutti i consumatori di scegliere un fornitore diverso da quello monopolista, che risale al primo luglio 2007, secondo l’Autorità per l’energia elettrica e il gas (Aeeg) circa tre milioni tra famiglie e piccole imprese hanno effettuato il fatidico «switch».
Parliamo di circa il 6% delle famiglie (oltre il 6,5% nel Sud, area del Paese in cui le bollette sono sempre state più care) e di oltre il 14,3% delle piccole imprese (con l’incidenza più elevata, il 15,5%, nel Nord).
Più cresce la concorrenza e maggiori sono le opportunità, per le famiglie e le imprese, di accedere a tariffe più vantaggiose e a servizi di maggiore qualità e personalizzazione.

Benefici che non possono non essere graditi quando parliamo di un tema, l’energia, che ha un ruolo importantissimo per l’innalzamento della qualità della vita della popolazione, della competitività delle aziende e della tutela dell’ambiente in cui viviamo.

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