Un nuovo centro come via Corelli per la prima accoglienza degli extracomunitari in arrivo e il rimpatrio dei clandestini. La proposta è del vicesindaco, Riccardo De Corato, e arriva in contropiede rispetto alla posizione di chi dai banchi dellopposizione al contrario vorrebbe chiudere anche via Corelli, lunico centro di permanenza temporanea della città. Insomma, è allarme nomadi ma non solo. Perché a preoccupare il Comune è anche il numero di immigrati clandestini: a Milano, secondo dati risalenti a gennaio e forniti da De Corato, vivono sessantamila clandestini irregolari. Un problema che, secondo il vicesindaco, può essere risolto solo applicando la legge Bossi-Fini e soprattutto moltiplicando i centri di accoglienza. Spiega De Corato: «Un extracomunitario su quattro è fuori legge, e nel capoluogo lombardo ci sono almeno sessantamila irregolari. Per far fronte a questa emergenza cè solo il centro di via Corelli, capace di ospitare al massimo 200 persone. Faccio presente, poi, che in quel centro non operano aguzzini ma personale della Croce Rossa e della Caritas».
Come parlamentare, De Corato presenterà in Senato una mozione «non solo per ribadire lutilità dei centri di permanenza temporanea, ma anche per farne aprire dei nuovi e far fronte all'affollamento di quelli già esistenti». E come vicesindaco porterà il tema e la necessità di individuare aree adatte già durante la prossima riunione di giunta: «Verificherò con il sindaco e tutti gli assessori la possibilità di individuare unarea demaniale o una scuola o una struttura del Comune inutilizzata dove allestire un altro centro».
I Centri di permanenza temporanea sono per De Corato uno snodo fondamentale «per allentare la morsa dei clandestini irregolari che giungono sempre più numerosi» perché danno la possibilità alla Polizia e Guardia di Finanza di trattenere gli irregolari per poi rimpatriarli: «Condivido la posizione del ministro dellInterno, Giuseppe Pisanu che respinge le critiche contro i cpt e ribadisce l'impegno a contrastare l'immigrazione clandestina e a favorire la pacifica integrazione degli immigrati regolari. Chi invece vuole la chiusura di questi centri si schiera a favore della clandestinità».
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