Caro Massimiliano, il nostro Massimiliano Lussana ha la capacità di riuscire sempre - anche in fase estiva - ad aprire dibattiti, a risvegliare le riflessioni inconsce dei suoi lettori, a divulgare argomenti all'ordine del giorno come quello di far cultura scaldando gli animi di chi politicamente si colloca a destra o a sinistra. Ricordiamoci di quando Lussana ha colto l'input del Ministro della cultura Sandro Bondi - promotore della cultura e del volerla fare divulgare in tutti gli ambiti soprattutto cercando di far assumere la dovuta responsabilità da parte dei media - per seguire la sua scia, presentandoci il suo punto di vista ed il fare cultura in ambito ligure da parte di alcune figure di spicco - sempre di destra e di sinistra. Tuttavia, se vogliamo ricondurci alla realtà politica, bisogna ammettere che come appunto in politica pare che chi è di sinistra riesca a vendere il proprio prodotto politico e culturale meglio rispetto a chi è di destra, quasi come se il tutto partisse da sinistra. In realtà, dalla nostra parte non è assolutamente vero che non esistono materiale e spunti alquanto di livello, anzi, ritengo che l'attuale maggiore diffusione di cultura provenga proprio dalla nostra area. Pensiamo allo stesso Ministro Bondi, al Ministro Tremonti, a firme come quelle di Paolo del Debbio, Marcello Veneziani (non dovrei citare nessuno per non dimenticare nessun ideologo e uomo di cultura ma mi limito solo a ricordare davvero i migliori autori italiani, almeno secondo la mia opinione), ad Antonio Socci il quale è stato proprio su Libero di questi giorni ad aprire una sorta di dibattito chiedendo di «raccontare fatti nuovi, la nuova cultura che germoglia». Ciò che domanda è assolutamente lecito, logico, importante ma difficile da applicare a causa del fatto che da sempre ci si butta a sinistra, come se fosse un riflesso condizionato, un luogo comune, un dato di fatto. In tutte le cose, quando le chance, le opzioni sono univoche, quando non vi è possibilità di scelta, quando il detto «tertium non datur» non viene neppure preso in considerazione in quanto non si può neppure scegliere tra due parti, è ovvio che ogni tipo di dibattito e di dialogo muore lì ancora prima di nascere.
Entrando nel mondo editoriale che commercializza la cultura, persino il nostro buon Silvio Berlusconi pare non occuparsi di saper vendere attraverso le proprie reti televisive e la propria casa editrice della Mondadori un prodotto che sia solo esclusivamente di area di centro destra, infatti i libri che oggi vanno per la maggiore sono tutti editi da Mondadori ma scritti da autori dichiaratamente di sinistra: da Roberto Saviano, a Corrado Augias, a Pietro Citati, ad Eugenio Scalfari, a Massimo D'Alema, a Walter Veltroni e quanti altri. Insomma, Berlusconi a livello editoriale punterà su chi gli produce maggiori guadagni ed introiti, ma è anche vero che da una parte questi stessi scrittori non dovrebbero sputare sul piatto che mangiano in una casa di tutto rispetto; ma anzi sarebbe opportuno che apprezzassero chi dà loro l'opportunità di esprimersi e di farsi conoscere e che dall'altra parte la capacità di Berlusconi dovrebbe anche essere quella di scovare talenti della sua area sempre per il discorso di saper promulgare cultura e concetti nuovi come suggerisce lo stesso Antonio Socci.
Concluderei citando un esempio rimanendo in territorio genovese - argomento concorrenza Mondadori/Feltrinelli.
Alle volte sembrerebbe di avere la pronta soluzione a tanti nostri quesiti, ma occorrerebbe saperla e volerla cogliere.
Grazie ed affettuosi saluti.
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