«Più locali dove puntare? Finiremo tutti indebitati»

«Il Comune faccia subito qualcosa contro il dilagare della tentazione»

Sessanta nuove sale giochi a Milano? «No, per carità, è un danno gravissimo». Marco insorge quando viene a sapere della valanga di richieste arrivate sulle scrivanie di Palazzo Marino. Lui, che ha festeggiato da poco il suo primo anno senza slot machine e che ora è segretario dell’associazione «Giocatori anonimi», sa bene cosa vuol dire avere un bar sotto casa con le macchinette del videopoker. «Con così tante sale giochi si crea una tentazione enorme per chi ha problemi con il gioco».
Da qui l’appello al Comune: «Vi prego, fate qualcosa per evitare tutto questo». Marco fa i conti: ora, alle riunioni del giocatori anonimi in via Palestrina partecipano circa 40 persone ogni mese per tutto l’anno. Anche di più. Con 60 nuove sale giochi «il numero dei poker-dipendenti salirebbe del 60 per cento». «Il gioco - si è reso conto Marco - è un cancro per la società. Bisogna staccare la spina all’origine del problema. Noi facciamo quel che possiamo e se qualche giocatore problematico si rivolge a noi, vuol dire che è già un buon risultato. Si è cioè reso conto di avere un problema e manifesta la volontà di guarire». Ogni giorno i «Giocatori anonimi» lottano contro la tentazione dell’azzardo. Contro i debiti e i prestiti chiesti alle persone sbagliate. «Anche questo è un problema enorme - spiega Marco -. Contrarre debiti per il gioco è la cosa più stupida che si può fare».
Chi festeggia il primo compleanno «senza scommesse», regala la candelina della torta alla persona che nel gruppo ha più problemi. Per motivarlo a lottare duro. Durante le riunioni, ognuno racconta la propria esperienza.

Qualcuno confessa anche di aver pensato al suicidio. Insieme si cercano le forze per uscire dal pantano e ricominciare a vivere normalmente. Il metodo della disintossicazione è quello che usano anche gli alcoolisti, con i dieci passi e l’aiuto di gruppo.

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