Più morbida e meno alcolica: la grappa adesso è donna

Più morbida e meno alcolica: la grappa adesso è donna

Addio alpini con il naso rosso per i troppi bicchieri. Addio «sgnape» tracannate perché più economiche della legna da ardere nelle stufe. Oggi la grappa è donna. Le donne la producono, la «vestono», la consumano. E il superalcolico più made in Italy che c'è (molti non sanno che si chiama grappa solo il distillato di vinacce prodotto nel nostro Paese) ne guadagna.
La femminilizzazione della grappa ha infatti avuto effetti positivi sul distillato, che ha potuto così compensare in parte la contrazione dei consumi provocata dalla crisi: da quanto hanno messo mano agli alambicchi le donne, la Grappa è diventata più morbida al gusto e meno alcolica, riscattandosi da anni di ghettizzazione e affiancando per lignaggio i più nobili cugini d'Oltralpe: il Cognac e il Brandy. Non solo: siccome anche l'occhio vuole la sua parte, le quote rosa hanno preteso che fosse migliorato anche il «packaging» fino a qualche decennio fa piuttosto austero della Grappa, con bottiglie a volte eleganti, spesso originali, sempre inconfondibili. E non a caso il mondo dei consumatori della Grappa si è di molto ingrandito negli ultimi due decenni, finendo per includere, oltre alle donne, anche molti giovani. Insomma, se la grappa ha un grande futuro, il merito è dell'altra metà dell'alambicco.
Portabandiera di questa via femminile al distillato sono quattro donne trentine che per tradizione familiare, amore per la propria terra, un pizzico di avventura ma soprattutto per passione fanno grappa ad alti livelli. Non è un caso, tutto ciò. Il Trentino, infatti, è probabilmente la terra che più ha dato alla Grappa, anche grazie alla riconosciuta qualità della materia prima, al punto da dotarsi di un proprio disciplinare e di un marchio di origine, il «tridente». La leader storica è Livia Bertagnolli, titolare dal 1982 con il cugino Beppe della distilleria di famiglia. «Ero figlia del titolare, ho guadagnato la mia autonomia a poco a poco e ho imparato che la donna deve sbagliare di meno, perché il suo errore pesa di più rispetto a quello di un collega uomo» dice senza traccia di autocompatimento. Livia ama la grappa aromatica di Moscato, e quella barricata abbinata al cioccolato fondente. «Tra il distillato e la donna c'è forte sintonia - spiega - perché la Grappa è fatta di vocazione e sensibilità, valori che noi donne sappiamo interpretare al meglio».
Altra «figlia di papà» è Marella Giori, 42 anni, di Rovereto, che mostra un entusiasmo quasi irrefrenabile per i prodotti della distilleria di famiglia fondata da papà Ferruccio nel 1946. Il tocco femminile di Marella - che in azienda si è occupata dapprima di produzione, poi di commercializzazione e presto forse di amministrazione - si vede nelle bottiglie assai particolari: come quella laccata in argento che accoglie l'Acqua di Giori, cuvée di Marzemino e Teroldego; quella scritta in rilievo della G24, invecchiata due anni; e quella «merlata» che si chiama BTSB come le iniziali dei quattro castelli di proprietà della provincia di trento (Beseno, Thun, Buonconsiglio, Stenico).
Dici Lunelli e pensi a Ferrari, la maison trentina delle bollicine di qualità. Ma dal 1982 del gruppo Lunelli fa parte anche la distilleria Segnana (nata nel 1862). E Camilla Lunelli, volto gentile e affascinante dell'azienda, confessa un debole per le grappe di famiglia, anche se il consumo personale è forzatamente ridotto causa gravidanza: «Gli aspetti della grappa che più mi hanno conquistato sono la sensorialità, la convivialità, il suo esprimere le tradizioni di un territorio in chiave moderna». Tra le tante etichette della carta Segnana, Camilla predilige la Solera di Solera, prodotta con le vinacce di Chardonnay e Pinot Nero utilizzate per la produzione dello spumante Ferrari e lavorate con il metodo di invecchiamento tipico dello Sherry.
Ultima del quartetto di affascinanti grappiste è Anna Marzadro dell'omonima distilleria fondata da papà Attilio nel 1949. «Sono gli incontri con le persone che partecipano ai miei seminari di degustazione a trasmettermi entusiasmo. L'ultimo con un centinaio di studenti.

Il tema era l'acqua ma si sono accesi quando abbiamo iniziato a parlare di Grappa». Quella che Anna ama di più è la tradizionale: bianca, morbida, austera. Come la 43°, l'ultima nata per festeggiare nel 2005 la nuova distilleria.

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