Alla fine, ha prevalso il buonsenso. «Meglio avere regole senza la condivisione di tutti i punti piuttosto che non averle, lincertezza non attiva gli investimenti e blocca la città». Lo ha capito anche lopposizione, che ieri ha acceso il semaforo verde al Pgt. Non lo voterà in aula, ma ha acconsentito che Pdl, Lega e Udc lo facciano e in una data precisa: il 28 giugno. Dopo due settimane al tavolo delle trattative, ieri gli schieramenti hanno chiuso lintesa intorno alle 16, mezzora prima che il Pgt tornasse in aula. Rimangono ben distanti le posizioni sullindice di edificabilità al parco sud, che la sinistra estrema vorrebbe ridotto ai minimi termini e il Pdl ha già abbassato da 0,2 a 0,15, «sotto non si può andare se vogliamo recuperare larea agricola» avverte il capogruppo Gallera. Ma anche il centrosinistra con il braccio di ferro ha strappato rispetto alla prima versione un milione di metri quadrati di verde in più e tre milioni di metri cubi di cemento in meno nei futuri quartieri. Il tunnel Expo-Linate non viene stralciato dal Pgt ma lapprovazione è rimandata al Piano di mobilità urbana, e verrà precisato che sono esclusi finanziamenti da parte degli enti locali. «Dopo 30 anni Milano avrà un nuovo piano regolatore che garantirà più housing sociale, servizi e infrastrutture più vicine a casa, più verde» festeggia il sindaco Letizia Moratti. Che sottolinea come laccordo sia «anche la dimostrazione che la maggioranza è capace di governare, questo significa saper ascoltare e mediare».
Soddisfatta anche la Lega. Il Pd invece avverte: «La strada comunque è ancora lunga, quando si aprirà la fase di ascolto sul Pgt inviteremo i milanesi a partecipare numerosi. Non scommetterei sullapprovazione finale entro il 2011».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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