Da quando il comandante Antonio costruì sull'isoletta di Cherso, vicino alla sua casa di Lussino, il bark, brigantino a palo, Fides di 500 tonnellate per trasportare pescatori e commercianti da una parte all'altra dell'Adriatico e del Mediterraneo, sono passati 150 anni. Eppure i Cosulich sono sempre lì. A trafficare per il mare. Anzi, dopo l'aumento della flotta e l'apertura della sede nel 1889 a Trieste, il porto numero uno dell'impero Austroungarico, sono arrivati fino a Genova. Facendo del capoluogo ligure il loro quartier generale. E, all'ombra della Lanterna, sono diventati tra i principali leader mondiali dello shipping. Con intelligenza e discrezione. I Costa andavano in Sud America. I Cosulich facevano viaggiare in Nord America. Oggi le cifre parlano chiaro. Circa 500 dipendenti del gruppo. Nessun licenziamento nell'ultimo anno di crisi economica. Oltre a quelli di Genova, altre sei branches in Italia e undici nel resto del mondo, da Hong Kong a Singapore, New York, Macaè. A comandare oggi sono in cinque. Sempre tutti Cosulich. Il presidente è il fratello più anziano. Insomma, una famiglia come erano quelle di una volta. Imprenditori come oggi non è facile trovarne. Seri, corretti e professionali. Con ottimismo. Visto che anche ieri, durante la presentazione della mostra che il museo Galata dedica loro, hanno detto che la crisi finirà entro il 2010. L'esposizione, che ha già avuto un'anteprima a Trieste nei giorni scorsi, s'inaugura oggi al pubblico genovese al secondo piano della struttura museale della Darsena con apertura dalle 10 alle 19,30 dal martedì alla domenica.
«Sulla rotta dei Cosulich. Navi e cantieri tra l'Adriatico, Trieste e Genova» è stata divisa in quattro grandi sezioni ognuna delle quali riporta fotografie, locandine e manifesti dell'epoca, preziosi modellini in legno e altro interessante materiale. Si comincia dagli inizi fino alla prima Guerra Mondiale e il grande periodo dell'immigrazione verso gli Stati Uniti. Poi si continua con il periodo che va dal 1915 fino alla crisi del 1929. Quindi il capitolo della crisi finanziaria mondiale e la nazionalizzazione della Cosulich come tante altre compagnie italiane. Infine il periodo che va dal dopoguerra, dopo il regime fascista, fino ai giorni nostri.
In occasione della mostra dedicata ai Cosulich Comuncarte edizioni ha pubblicato un catalogo breve in vendita presso il bookshop del Galata a dieci euro intitolato Cosulich, Dinastia Adriatica a cura di Giulio Mellinato.
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