Più tempo pieno per 50mila allievi

Si sbagliava la sinistra quando aveva paura che l’introduzione del maestro unico si sarebbe tradotta in una contrazione del tempo pieno. Mariastella Gelmini, ministro dell’Istruzione, sorride e annuncia che, per il nuovo anno, nelle elementari rimarranno a scuola anche il pomeriggio 2.191 classi in più rispetto allo scorso anno, pari a 50mila bambini in più che beneficeranno del servizio. Numeri da record, in particolare, in prima elementare con l’aumento maggiore di alunni iscritti al tempo pieno, pari a 35mila allievi distribuiti su 1.505 classi. In Italia saranno in tutto 36.508 le classi con il tempo pieno, poco più di un quarto del totale, con una crescita dell’8% rispetto all’anno passato.
La questione era scottante. In cattedra c’erano i timori delle famiglie e un scontro politico rovente sul tema. Ma, alla vigilia della ripresa delle lezioni, il ministro Gelmini si dichiara soddisfatta, perché non soltanto i numeri le danno ragione, ma soprattutto «dimostrano come fossero sterili tutte le polemiche dell’anno passato» e sconfessano quanti sostenevano che «le famiglie sarebbero state private di questa opportunità».
«Gli scenari catastrofisti alimentati alla sinistra sulla questione del tempo pieno sono stati ampiamente smentiti dai fatti - dice la Gelmini -, perché con il maestro unico il tempo pieno è aumentato. Sono stata accusata di volerlo tagliare, ma ora la verità viene a galla. Con l’introduzione del maestro prevalente non soltanto il tempo pieno è cresciuto, ma abbiamo anche fatto una scelta pedagogica importante: quella di offrire ai bambini non tanti insegnanti che girano in tante classi, ma un punto di riferimento, una guida, un elemento di rassicurazione».
Incrementi del tempo pieno (proporzionalmente più alti che altrove) sono stati segnalati dal ministero anche in quelle regioni - come Sicilia (dal 3,8 al 6,3 per cento) e Puglia (dal 4 al 6,7 per cento) -, in cui questo modello era meno diffuso rispetto a realtà come la Lombardia, dove il 45,7% degli studenti rimane in aula anche il pomeriggio, e l’Emilia Romagna, il Piemonte, la Toscana che sono sopra il 40%, percentuali alte che confermano che il tempo pieno in queste regioni aveva già trovato in passato un terreno fertile.
Dal dicastero di viale Trastevere informano che per quanto riguarda i modelli orari scelti dalle famiglie, il 30,4% ha scelto quello delle quaranta ore settimanali (con due insegnanti), il 58,6% ha optato per le trenta ore e l’11% per ventisette e ventiquattro ore. Sempre dal ministero sottolineano che il modello orario è indipendente dall’organizzazione didattica e dunque il maestro unico di riferimento è presente nelle ventiquattro, ventisette e trenta ore dove si alternano due insegnanti di cui uno prevalente.
«Una scelta, quella del maestro unico - ribadisce il ministro Gelmini - che dal punto di vista pedagogico allinea l’Italia all’Europa e ha senso anche sotto il profilo dell’impiego delle risorse».
Se il nuovo anno scolastico alle elementari sarà caratterizzato dal maestro unico e dall’aumento del tempo pieno, le novità introdotte alle medie sono le seguenti: meno ore settimanali e i voti all’esame saranno frutto della media aritmetica di tutte le materie del terzo anno. Per i ragazzi delle medie l’orario scolastico si riduce a 30 ore settimanali: niente più insegnamenti facoltativi e opzionali che avevano allungato l’orario.

Il tempo prolungato sarà autorizzato solo in presenza di requisiti strutturali e di servizio che rispondano alle aspettative delle famiglie e potrà essere di 36 ore elevabili, se richiesto dalla maggioranza delle famiglie, a 40 ore.

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