È noto al mondo intero che Napoli sia una città straordinaria, culla di grandi attori e di una drammaturgia piena di suggestioni; terra di grande musicalità e di arte dalle mille espressioni e dagli innumerevoli linguaggi. Forti di questa tradizione, confermata da una sempre crescente voglia di sperimentare, la compagnia partenopea «Gli Ipocriti», capeggiata dalla coppia di grandi amici Rocco Papaleo e Giovanni Esposito, terminerà sulla scena del Teatro Manzoni dal 26 aprile fino al 15 maggio la lunga tournée di 500 repliche di Eduardo-più unico che raro!. Inutile dire che per gli attori napoletani è doveroso confrontarsi con l'universo simbolico dipinto da Eduardo De Filippo. «Da tempo - racconta Papaleo - io ed Esposito eravamo accarezzati dall'idea di fare qualcosa assieme: l'occasione ci è stata proposta da Giancarlo Sepe che, progettando una lettura di alcuni scritti del giovane Eduardo, quelli della fine degli anni Trenta, ci ha stimolato a leggere De Filippo in maniera fedele e rispettosa rispetto all'originale, ma seguendo un percorso inedito». Proprio seguendo un itinerario registico originato da un'idea musicale e sviluppato attraverso pure suggestioni, gli attori riescono a cogliere nel divertimento l'embrione tragico, il nocciolo del dramma eduardiano, definito sempre da quello sguardo malinconico e quella sfiducia nei confronti dell'uomo che erano propri di De Filippo. Il gioco di Pericolosamente, di Occhiali neri e ancora il simbolismo di Sik sik l'artefice magico e La voce del padrone: come anelli di una medesima catena, gli atti unici, diretti da Sepe conservano quell'energia esplosiva del primo Eduardo, raccontando le vicende con grande raffinatezza e retrogusto amaro. «Con Esposito - prosegue Papaleo - c'è sempre una tensione verso la perfezione dell'aspetto comico. Non usciamo di certo dai binari dettati dalla musica, componente fondamentale che ci lancia in altri orizzonti; melodie irlandesi, ora classiche, sonorità più moderne: mettiamo in scena un gioco drammaturgico frammentato. Le antiche parole di Eduardo trovano in questa messinscena accenti nuovi, pur eleganti, ma meno legati alla tradizione.
Del resto, Eduardo ha lasciato dei video che riprendono le sue interpretazioni: il confronto è inevitabile, ma la partita per noi attori è persa. Proprio per questo abbiamo cercato di rinnovare il grande drammaturgo, osservatore freddo e spietato dal punto di vista registico».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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