(...) conquistarsi il domani. Carpe diem, diceva quello. E, ancor oggi, non conosco modo migliore per vivere.
Quindi - visto che oggi è il momento del sogno - è giusto sognare. Sognare perchè il Genoa, fra i mugugni dei suoi tifosi, ha messo in piedi una grande squadra, soprattutto proiettata nel futuro. Sognare perchè il Genoa - fra i mugugni dei suoi tifosi, molti dei quali auspicavano il suo esonero (anche se oggi non lo ammette nessuno), ben insufflati da parte della stampa e delle tivù genovesi, in caso di sconfitta nel derby - ha un allenatore gentiluomo: persona perbene, che capisce di calcio, che non passa la giornata a dire in terza persona quanto è bravo e che azzecca i congiuntivi. Sognare perchè il Genoa gioca a Calcio. Senza aggettivi. Con la maiuscola, però.
Credo stia tutto qui: nel «Gasp!» per il Gasp. Nel suo averci insegnato cosè il calcio e, soprattutto, che si può parlare e giocare al calcio avvicinandosi in punta di piedi, con educazione, con onestà intellettuale, parlando un buon italiano, senza corti di servi e senza presunzione, se non quella nei propri mezzi.
É qualcosa di contagioso, che ha portato ottimi risultati (per ora più nelle conferenze stampa di Mazzarri che sul campo, ma occorre dare tempo al tempo) anche sulla sponda blucerchiata. A me pare la più bella delle rivoluzioni.
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