Piaggio, c’è l’Asia nel mirino di Colaninno «Nel 2009 conti ok»

MilanoC’è tanta Asia nel futuro del gruppo Piaggio. Per altre aree, come Russia e America Latina, i tempi invece non sono ancora maturi. Il presidente Roberto Colaninno ha dedicato buona parte della presentazione del nuovo piano industriale, quello che accompagnerà l’azienda fino al 2012, proprio ai programmi di espansione in India, Vietnam, Cina e in tutta l’area circostante: un mercato che vale 28 milioni di veicoli a due ruote. C’è l’India, per esempio, guidata da Ravi Chopra, che in pochi anni è passata a produrre da 35mila a 160mila unità con l’obiettivo di toccare quota 212mila nel 2012. E poi il Vietnam, al cui vertice si trova Costantino Sambuy, che fungerà da hub per il Sudest asiatico. L’Indonesia, in proposito, sarà il prossimo obiettivo.
«In questi territori - ha spiegato Sambuy - le preferenze non sono lineari. In Cina prevale il low cost, nell’Asean (Giappone, Corea, Taiwan, Hong Kong e Nuova Zelanda) la scelta tiene conto del marchio». La stessa Vespa, che anche in queste zone comincia a diventare l’oggetto del desiderio dei giovani, sarà presto prodotta in India per il mercato interno. Ma è sui piccoli motori diesel e sulla tecnologia ibrida, che debutterà la prossima settimana sul «tre ruote» Mp3, che Colaninno conta molto per lo sviluppo del gruppo. «È un prodotto straordinario - ha detto il presidente - realizzato dai nostri tecnici di Pontedera in collaborazione con l’Università di Pisa: sappiamo che ha un prezzo elevato ma, più che gli incentivi, validi solo nei momenti di emergenza, credo contino i regolamenti, cioè le norme che recepiscano la volontà di ridurre emissioni e inquinamento». Con un obiettivo non dichiarato: «Se funziona, non ci vorrebbe molto per avere anche la Vespa ibrida, non più di un anno». Sui motori compatti, che alimenteranno i nuovi furgoncini, Colaninno ha parlato di forte interesse da parte di grossi costruttori di auto, senza entrare nei dettagli. «Grazie alla capacità di innovazione tecnologica sviluppata al proprio interno - ha spiegato Franco Fenoglio, capo della divisione veicoli commerciali - il gruppo punterà alla leadership nell’offerta di nuovi motorizzazioni caratterizzate da basso o nullo impatto ambientale». Novità anche dagli Usa. «Qui - ha osservato il responsabile delle attività di Piaggio, Paolo Timoni - stiamo reggendo molto meglio dei rivali alla crisi: negli scooter, nel 2008, siamo stati i primi per valore, e nelle moto il miglior marchio emergente, con un aumento dal 2005 del 93% per le vendite di scooter e del 170% per le moto».
Piaggio, dunque, affronta il nuovo piano industriale con l’atteggiamento di un global player sempre più orientato sulle tecnologie ecologiche, «senza, comunque, pensare ad alleanze finanziarie, ma continuando nelle cooperazioni industriali», ha sottolineato Colaninno. Questi i dati economici del piano: nel 2012, oltre a un rapporto tra indebitamento finanziario e patrimonio «nettamente inferiore a uno», il fatturato consolidato è previsto a 1.881 milioni contro i 1.510 stimati per il 2009, quando dovrebbe scendere di 60 milioni rispetto al 2008. Il margine operativo lordo, nel 2012, dovrebbe attestarsi oltre i 248 milioni (13,2% del fatturato, contro l’attuale 12%).

«Dopo un primo trimestre leggermente in rosso - ha anticipato il direttore finanziario Michele Pallottini -, il secondo ha recuperato e il 2009 sarà sicuramente positivo, mantenendo una redditività soddisfacente». La Borsa non ha comunque reagito bene e il titolo ha perso il 4,67% a 1,41 euro.

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