Piano anticrisi da 600 miliardi Ecco la terapia d’urto di Ue e Fmi

Un piano «salva-euro» da 600 miliardi con la partecipazione del Fondo monetario internazionale. È la proposta avanzata in piena notte al vertice dei ministri finanziari europei, riuniti a Bruxelles, su cui si sarebbe coagulato il consenso dei principali Paesi dell’area, Germania in prima fila. Con una forza d’urto da 600 miliardi l’Europa dovrebbe poter affrontare senza timori la riapertura dei mercati di stamattina, dopo i duri colpi incassati da parte della speculazione la scorsa settimana.
Il pacchetto d’intervento dovrebbe essere così composto: 60 miliardi di euro dalla Commissione, che utilizzerà il fondo finora destinato agli aiuti ai Paesi non a moneta unica (come Ungheria, Romania e Lettonia); 440 miliardi di garanzie dai Paesi dell’area; infine, linee di credito per 100 miliardi di euro da parte del Fmi. Insomma, una proposta «stile Atene»: anche nel caso del salvataggio greco è stato varato, infatti, un pacchetto misto Ue-Fmi per 140 miliardi in tre anni. Proprio ieri il Fondo monetario ha dato il via libera ufficiale ai 30 miliardi in tre anni destinati al governo di Atene.
La proposta di inserire il Fmi nel pacchetto salva-euro sarebbe emersa nel corso di conversazioni tra il presidente americano Barack Obama, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy. «È un’arma formidabile contro la speculazione - commentano fonti della Commissione Ue - : se l’Europa è determinata, è impossibile che la speculazione attacchi Paesi come Spagna e Portogallo».
Ai governi di Madrid e Lisbona, tuttavia, i ministri finanziari dell’Ecofin (Giulio Tremonti per l’Italia) hanno chiesto un impegno immediato a varare misure aggiuntive di bilancio per correggere i conti fin da quest’anno. Spagna e Portogallo dovranno realizzare manovre aggiuntive pari all’1,5% del Pil nel 2010, e del 2% nel 2011.
Incominciata sotto la cattiva stella del «no» britannico a metter mano al portafogli per aiutare i Paesi dell’euro in difficoltà, la riunione è andata avanti fra molte difficoltà e si è conclusa solo in piena notte. Anche il malore del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble ha aggiunto tensione - e davvero non ce n’era bisogno - al vertice dei ministri finanziari europei, convocato di domenica per approvare il piano «salva-euro» prima della riapertura dei mercati. Un vertice per fermare, come ha detto il ministro delle Finanze svedese Anders Borg, il «branco di lupi» che minaccia l’Europa.
Il secondo pilastro del piano è nelle mani della Banca centrale europea. La Bce acquisterà titoli pubblici di Paesi europei attraverso le banche centrali nazionali che fanno parte dell’Eurosistema. Il presidente della banca, Jean-Claude Trichet, e i governatori della Bce si sono in parte visti a Basilea, dove oggi si svolge la riunione mensile del G-10, in parte sentiti in teleconferenza. La decisione di acquistare titoli pubblici dei Paesi in difficoltà - definita da alcuni operatori come «la bomba atomica» - è stata discussa dal Consiglio, in formale autonomia.


Basterà questo piano per fermare la speculazione? I primi segnali che provengono dai mercati dell’Oceania (i primi ad aprire per via dei fusi orari) sembrano positivi, con l’euro in risalita sul dollaro. Anche i future delle Borse indicano la possibilità di una ripresa delle quotazioni.

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