«Piano con i compiti delle vacanze, meglio una pizza»

Scuole finite. E se per i bimbi dovrebbe cominciare il meritato riposo per i genitori che lavorano inizia invece un periodo complicato. Non sempre infati ci sono nonni o tate «attrezzati» per intrattenere i pargoli e quindi comincia la caccia frenetica a campus, oratori feriali ed altre attività Non solo. C’è anche il dilemma compiti della vacanza. Quando vanno fatti? Subito? Dopo un po’ di respiro? Durante le vacanze? Al ritorno? Secondo il pediatra milanese Italo Farnetani, in realtà questi compiti rappresentano un’inutile stress, e oltretutto non servono allo scopo.
«Meglio una bella pizza», dice provocatorio il medico, che da anni si batte per abolirli. «Oltretutto secondo un’indagine il 30% degli studenti - evidenzia il pediatra - li esegue a luglio, mentre solo il 2% preferisce agosto». Il resto li fa a giugno. Insomma, la tendenza è quella di svolgere i compiti delle vacanze quando la maggioranza delle famiglie è ancora in città. Si determina così un ulteriore impatto negativo: «I compiti, in questo modo, vengono identificati con una forma di passatempo», sottolinea il pediatra. Convinto che si tratti di esercizi «inutili, costosi e dannosi per la salute del bambino e del ragazzo, che deve recuperare dalle fatiche scolastiche e godere appieno delle possibilità di muoversi, stare all’aperto e godersi famiglia e vacanze». Insomma, secondo Farnetani test, problemi ed esercizi per l’estate «vanno aboliti». Ma perchè bambini e adolescenti non dovrebbero fare i compiti durante le vacanze ? «Le scuole - sottolinea il pediatra - chiudono non per mandare in ferie gli insegnanti, ma per far riposare gli alunni. Per il loro benessere fisico e mentale è necessario staccare completamente dallo stress legato all’apprendimento - raccomanda - Inoltre è inutile anche far fare solo pochi compiti durante le vacanze: l’alunno, così, si abitua solo a studiare svogliatamente». In queste condizioni l’apprendimento è scarso, mentre lo stress diventa notevole, prosegue il pediatra.

«Ricordo poi - continua Farnetani - che le alte temperature sono un’insidia per l’organismo, che può associarsi allo stress dovuto all’applicazione allo studio. Non facciamoci illudere dall’aspetto piacevole, spesso colorato dei testi proposti oggi agli alunni: anche se camuffata, la difficoltà resta».

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