Il piano di salvataggio precipita Altre 24 ore e poi sarà il crac

da Roma

Nonostante le preghiere di Papa Benedetto, assicurate personalmente dal Pontefice al commissario straordinario Augusto Fantozzi, la sorte dell’Alitalia è appesa a un filo sottilissimo. Il confronto notturno tra i sindacati e la cordata acquirente si è concluso con una rottura netta, e dopo una visita a palazzo Chigi di Roberto Colaninno e Corrado Passera la Cai annuncia che «non ci sono le condizioni per proseguire le trattative». La cordata non ritira formalmente l’offerta, ma sospende la due diligence sugli asset della compagnia.
Fonti della Cai incolpano i piloti di aver fatto saltare il tavolo, non accettando di aumentare la produttività a parità di retribuzione. I sindacati controbattono: «Ci hanno messo di fronte a 1000 piloti in esubero, contro i 506 del piano Air France, senza alcun margine di negoziato». L’amministratore delegato di Intesa, Corrado Passera, definisce «capriccioso» l’atteggiamento dei piloti, ma Anpac e Up replicano: «Frasi inopportune».
Accuse reciproche che non spostano di un millimetro la drammatica situazione: non ci sono altre offerte in ballo, oltre a quella della cordata Colaninno; e adesso, al commissario Fantozzi non resta che avviare le procedure per la messa in mobilità dei dipendenti. Il commissario starà fermo fino a domani sera, in attesa di possibili sviluppi. Il governo ha infatti offerto altre 24 ore ai sindacati per trovare una piattaforma comune con cui riavviare in extremis il negoziato, «prima che la situazione precipiti - dice il ministro del Welfare Maurizio Sacconi -: è una corsa contro il tempo, resta ancora un 50% di possibilità».
Il governo continua a lavorare per la ripresa della trattativa. Silvio Berlusconi per il momento tace: intercettato per Roma dai giornalisti che gli chiedono se Alitalia volerà ancora, si limita a rispondere «speriamo...». Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, conferma tuttavia che «non ci sono altre offerte; il piano Cai è duro - aggiunge - ma è l’unico possibile». Gli esuberi, secondo i calcoli sindacali, sono pari a circa 5.500, fra cui 1.000 piloti (compresi i 130 del cargo) e 1.600 assistenti. Su questi numeri il negoziato si è arenato nella notte fra giovedì e ieri. Al «no» dei piloti e degli assistenti autonomi si sono associati i confederali. «E se la trattativa fallirà - osserva il segretario della Uil, Angeletti - nessuno potrà addebitarlo al sindacato. Sappiamo che ci sono esuberi, ma non vediamo perché dovremmo accettare una riduzione dei salari». E Bonanni auspica un ulteriore intervento del governo, utilizzando «l’elasticità della politica» per sbloccare la trattativa.
La Cai nega il taglio alle retribuzioni. Fonti della cordata sostengono che i piloti non hanno accettato di aumentare la produttività a parità di stipendio: «Non sono gli esuberi il punto, abbiamo discusso di riorganizzazione del lavoro e retribuzioni legate alla produttività, e su questi punti è saltato il tavolo», affermano. Cai si sarebbe detta disponibile anche ad allargare il network delle rotte. Epifani nega la circostanza, e accusa il governo di aver abbandonato la trattativa. Ora, aggiunge il segretario della Cgil, «siamo a un punto di non ritorno, e prevedo un esito tragico». «Il governo è sempre stato presente», replica il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli. «Epifani evidentemente dormiva» aggiunge il sottosegretario Paolo Bonaiuti. In realtà, alla maratona notturna mancava proprio Epifani.
In serata tutte le nove sigle sindacali che partecipano al negoziato si riuniscono nella sede dell’Anpac per elaborare una possibile piattaforma comune per riannodare i fili spezzati del negoziato. Ma il leader dei piloti, Fabio Berti, spiega che difficilmente sarà possibile produrre per ora un documento unitario, visto che «le distanze sono serie». In una lettera, i sindacati chiedono al commissario Fantozzi di essere convocati per conoscere «gli atti formali presi e quelli che si accinge a intraprendere».
Prima della riunione si erano sparse voci, alimentate proprio dai piloti, di una proposta alternativa di acquisto della compagnia da parte degli stessi dipendenti spalleggiati da Unicredit. Ma l’ad del gruppo bancario, Alessandro Profumo, smentisce con decisione.


A Fiumicino, nella giornata di ieri, si sono susseguiti cortei e assemblee che tuttavia non hanno provocato eccessivi disagi ai passeggeri. Si sono verificati ritardi per una decina di voli Alitalia, con una punta di due ore per una partenza per Amsterdam e una per Trieste.

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