Il piano San Siro e via Mecenate le prossime tappe

Il sindaco si sbilancia e poi fa subito dietrofront. «Stiamo valutando se anche a Milano ci possono essere casi come Tor Bella Monica» ha detto due giorni fa. Il riferimento ai palazzoni che Gianni Alemanno vorrebbe demolire a Roma. Poi rettifica: «Non si sono ipotesi allo studio». L’assessore milanese al Demanio Gianni Verga si sbilancia e anticipa che nel mirino c’è il quartiere Aler del Giambellino. Ma regna la prudenza, meglio non parlarne prima che il piano dei trasferimenti temporanei in altre strutture sia stato concordato con i sindacati degli inquilini visto che sono caseggiati ad alta tensione e le famiglie potrebbero alzare le barricate. Già ieri mattina non appena è girata la notizia si sono scatenate le polemiche nel caseggiato, abitato anche da molte famiglie straniere.
Demolire per ricostruire ex novo, e meglio, gli alloggi popolari è «una scelta obbligata in molti casi e persino virtuosa» ad esempio secondo Legambiente. Rifare le città d’Italia «togliendo le brutture» ha un’importante funzione sociale ed economica secondo l’Aniem, l’associazione nazionale delle piccole e medie imprese edili aderente alla Confapi. Ma l’associazione chiede anche una nuova normativa, «che consenta agli amministratori locali di decidere in base alle esigenze delle singole realtà, ma con determinate condizioni: risparmio energetico, moderne tecnologie e sviluppo verticale, così da liberare il più possibile le aree sociali e non consumare ulteriore territorio».

Abbattere e rifare invece costa meno che metterci le «pezze», una filosofia che sostiene da anni il presidente dell’Aler Loris Zaffra e che con il Comune e il sindacato degli inquilini è riuscito a creare dei precedenti, due torri verranno tirate giù in Tofano 5, con le famiglie traslocate temporaneamente in alloggi poco distanti, la stessa operazione per 60 casette di via Barzoni. E dopo il Giambellino, il piano potrebbe essere esteso al quartiere Aler di San Siro o ai palazzoni di via Mecenate.

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