Il piano urbanistico vuole uscire dal tunnel

Niente aula per il Pgt, ma destra e sinistra cercano l’accordo per ridurre i 1.400 emendamenti e chiudere a gennaio. La condizione dell’opposizione è lo stralcio della galleria Rho-Linate. Masseroli: "In gioco c’è il futuro della città"

Il piano urbanistico vuole uscire dal tunnel

Quasi quattromila (1.395) emendamenti, ovvero richieste di modifica al testo originale del Piano di governo del territorio, di cui 1.200 presentati dall’opposizione, 193 della maggioranza e due bipartisan, per un totale di 6 chili di carta. Migliorie, dettagli da cambiare, parole da sostituire, insomma modifiche di peso che hanno bloccato sul nascere l’iter consigliare di discussione fissato per ieri. Per esaminare tutti i 1.395 emendamenti, che richiedono circa una mezz’ora ciascuno tra dibattito e votazione, servirebbero un centinaio di sedute di consiglio, molte di più rispetto al numero delle riunioni complessive che si sono tenute nel 2009 (appena 78). Nemmeno se i consiglieri si chiudessero in conclave e dormissero in aula farebbero in tempo a licenziare il documento entro la fine del mese, ultima scadenza utile per dare il via libera al piano entro la fine del mandato di Letizia Moratti.
Unica via di uscita per Carlo Masseroli, assessore allo Sviluppo del territorio e papà del nuovo piano regolatore, la mediazione politica: «Se gli emendamenti - commenta Masseroli - non sono frutto di ostruzionismo ma di sostanza politica, penso che si possano ridurre a un centinaio». La chiave di svolta? Stralciare dal piano il tunnel sotterraneo Linate-Rho, area Expo, progetto che non piace all’opposizione e forse non molto alla maggioranza. «Il tunnel è un elemento importante del Pgt - commenta il capogruppo del Pdl Giulio Gallera - ma è chiaro che se l’opposizione ritira mille emendamenti per lo stralcio del tunnel, ci pensiamo. Se si mette sul piatto il tunnel e la possibilità di approvare il Pgt subito, è chiaro che ci si pensa».
Masseroli già ieri ha dato il via a un giro di consultazioni con tutti i partiti per individuare delle priorità su cui trattare. E se non destano grande sorpresa i 1.200 rilievi al Pgt, che si articola in Documento di piano, Piano dei servizi e Piano delle regole, da parte dell’opposizione, maggiore stupore suscitano le 193 richieste di modifiche presentate dalla maggioranza, che già a luglio si era impegnata, grazie a sei mesi di tempo aggiuntivi, a licenziare un documento che fosse condiviso completamente. «Le richieste di correzione della maggioranza - assicura Gallera - sono condivise e volute, per la maggior parte dei casi si tratta di suggerimenti arrivati dagli stessi uffici». Ma c’è chi non la pensa così: «Evidentemente - ironizza Matteo Salvini, capogruppo del Carroccio - c’è parecchio cemento da limare. Questa volta non si accusi la Lega che ha presentato solo 17 emendamenti di sostanza, anche se temo che le scadenze non verranno rispettate». «La vedo molto dura - commenta il capogruppo del Pd Pierfrancesco Majorino - Le priorità? Una seria politica degli affitti grazie alla nostra proposta di destinare ad affitti il 50 per cento del nuovo costruito, lo stralcio del tunnel e la perequazione controllata da un ente terzo come la borsa dei diritti volumetrici, per garantire regole certe sulla distribuzione dei volumi».

Il tunnel in cambio dell’approvazione del piano. Masseroli apre: «Ci penserò se la richiesta di stralciarlo sarà ben motivata. A me sembra che il tunnel sia una grandissima opportunità e che il sottosuolo sia una risorsa da usare». Se ne riparla lunedì.

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