Presto potremo vedere di nuovo pescatori, con il sorriso sulle labbra, lanciare le esche nelle acque della Darsena. Bimbi che giocano lungo il vecchio porto cittadino, fidanzati, anziani, residenti passeggiare all’ombra degli alberi lungo lo specchio d’acqua più amato e più odiato di Milano. Buone notizie: il Comune ha deciso di mettere fine alla scempio della discarica a cielo aperto e di chiudere una volta per tutte una delle ferite aperte in città, come lo stesso sindaco l’aveva definita lo scorso ottobre. Il parcheggio non s’ha da fare aveva tuonato Letizia Moratti il 18 ottobre scorso, ritirando la concessione alla Darsena spa, la ditta che aveva vinto l’appalto per la realizzazione del parcheggio sotterraneo.
Il sindaco lunedì sera ha convocato nel suo studio l’assessore ai Lavori pubblici Bruno Simini, il collega all’Arredo urbano Maurizio Cadeo, tecnici, ingegneri e architetti degli uffici comunali: è arrivato il momento di riportare l’antico porto agli antichi fasti. La discarica a cielo aperto che si è venuta a creare con anni di abbandono e di incuria non sono certo un bel biglietto da visita per la città. Difficile però mettere mano al portafoglio con un bilancio non proprio pingue. Per una volta non è questione di denaro: anche con un investimento minimo si potrebbe ottenere il massimo risultato soprattutto in termini di riconoscenza dei cittadini, che finalmente potrebbero tornare a passeggiare lungo gli argini.
Tramontata la prima ipotesi che prevedeva di dividere lo specchio d’acqua, destinandolo in parte a verde, dove si favoleggiava di orti sulla falsariga di Expo, rimane in piedi l’idea di riempire completamente d’acqua il vecchio porto. Il sindaco vorrebbe eliminare il dislivello tra le due parti del bacino, mentre i reperti archeologici verrebbero tutti coperti. Gli uffici ora dovranno valutare la resistenza degli argini, la capacità di sopportare dopo anni la corrente dei Navigli e l’impermeabilità dei muri di contenimento. Lungo lo specchio d’acqua, e non più la palude popolata da batteri, topi e rifiuti galleggianti, si potrà tornare a passeggiare. Il progetto prevede infatti la creazione di un camminamento lungo il perimetro del porto rinfrescato dall’ombra di alberi e reso ancora più piacevole da panchine e lampioni. La Darsena e tutto il sistema dei Navigli torneranno ad essere frequentati da milanesi, innamorati, pescatori, residenti, ma anche dalla fiere più tipiche come il Mercatone dell’antiquariato o quelle dei fiori. Non solo, l’intenzione della Moratti sarebbe anche quella di riprendere in mano il progetto della piattaforma multifunzionale galleggiante presentato dalla società Navigli Lombardi: la struttura rappresenta un porticciolo, con tanto di faro e yacht ormeggiati, per la bellezza di 1.000 metri quadrati. Non solo, il travestimento da porto prevede anche una quinta di pannelli che riprodurre le case della vecchia Milano. Insomma, con la modica cifra di un milione di euro si potrebbe restituire la Darsena ai milanesi e mettere una pezza alla memoria dei cittadini anche in vista delle elezioni del 2011.
Sui progetti e le belle proposte pende la spada di Damocle della sentenza del Tar sulla richiesta di sospensiva avanzata dai soci della Darsena spa, che avrebbe dovuto realizzare i 700 posti da rotazione.
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