«In piazza ci saranno anche gli elettori dell’Udc»

Il coordinatore di Fi: chi crede che spariremo si illude, saremo sempre con Berlusconi che è insostituibile

Adalberto Signore

da Roma

Al primo piano di via Uffici del Vicario 49, pochi passi da Montecitorio, le riunioni si susseguono una dietro l’altra. Entrano e escono deputati, senatori e addetti alla comunicazione, tutti impegnati nell’organizzazione della manifestazione del 2 dicembre a Roma.
Verso San Giovanni. C’è Aldo Brancher, indaffaratissimo responsabile del Comitato organizzativo, che parlotta a lungo con Roberto Gasparotti, l’uomo che ormai da anni si occupa dell’immagine televisiva di Silvio Berlusconi. È lui che sta curando i dettagli della struttura del Comitato che si occuperà delle riprese, 24 telecamere con tanto di elicottero per le inquadrature dall’alto («e per verificare che tutto si svolga senza incidenti», spiega Brancher). C’è il neosenatore azzurro Giorgio Stracquadanio e il veterano Lucio Malan, per l’occasione con una sgargiante cravatta arancione. È lui a proporre uno slogan che raccoglie molti proseliti: «Dieci, cento, mille grazie ai ragazzi di Nassirya». Perché, si dicono tutti, «dobbiamo marcare la differenza» con le manifestazioni del centrosinistra. Passa anche Mario Pepe, deputato di Forza Italia, soddisfatto dall’adesione appena arrivata dalla Confcommercio della «sua» Salerno. Seduti intorno al grande tavolo della sala riunioni, pure il presidente dei Riformatori liberali Benedetto Della Vedova e i capi ufficio stampa dei tre partiti del centrodestra che organizzano la manifestazione (Forza Italia, An e Lega). Mentre Beatrice Lorenzin, coordinatrice nazionale dei giovani azzurri, e Giorgia Meloni, vicepresidente della Camera e leader di Azione Giovani, mettono a punto il pre-corteo che partirà da piazza Indipendenza. Un «vero e proprio Carnevale», spiega la Lorenzin, organizzato solo dai giovani (parteciperà anche il Movimento giovani padani di Paolo Grimoldi). In testa, pure se costretta alle stampelle, ci sarà anche la Lorenzin. «Mi sono già organizzata - dice - con un risciò e un megafono». Mancano invece Gianni Alemanno e Roberto Calderoli, che - raccontano i presenti - «di solito danno spettacolo battibeccando a vicenda».
Forza Italia e il futuro. L’organizzazione, però, va avanti anche nella sede di Forza Italia a via dell’Umiltà. E, nonostante lo «sforzo straordinario» Sandro Bondi è soddisfatto e ottimista. «Porteremo a Roma - spiega il coordinatore azzurro - centomila persone. I nostri pullman sono già arrivati a quota duemila e partiranno da tutta Italia». Sarà un «appuntamento importante» perché, dice Bondi, «daremo un segnale di forza» al Paese e al governo che «mi auguro rispetti la nostra manifestazione e ne colga il significato politico». Ma al di là delle adesioni «organizzate», spiega, «saranno moltissime quelle spontanee». Anche tanti non iscritti, infatti, «si stanno mobilitando e ci chiedono informazioni logistiche». E tra loro, aggiunge, «ci sono anche sostenitori dell’Udc». Bondi, poi, parla a lungo del partito, in una conferenza stampa a Montecitorio con Fabrizio Cicchitto, Renato Schifani, Elio Vito e Antonio Tajani. L’obiettivo, dopo le polemiche degli ultimi giorni, è mettere in chiaro che Forza Italia esiste e «si illude chi pensa sia destinato a sparire». «Questo capitale - dice Bondi - non sparirà mai, bene che tutti ne prendano atto». E ancora: il partito sarà sempre con Berlusconi, che è «insostituibile». «L’opposizione - dice - ha un leader che non può essere lasciato solo, ma il leader non può neanche essere autosufficiente dai partiti». Poi lancia il via alla stagione congressuale e alla modifica dello Statuto in modo da creare «una direzione politica che assista Berlusconi nelle sue scelte». Ma il coordinatore azzurro alza anche le barricate contro i Circoli della Libertà, che saranno presentati oggi a Montecatini da Marcello Dell’Utri e che dovrebbero essere il principale strumento per aprire Forza Italia alla società civile e «portare aria nuova». «Li guardo con favore - assicura - ma sono una cosa diversa e distante da Forza Italia».

Con una premessa: il Partito della libertà «può nascere solo attraverso un processo politico» e quindi «attraverso Forza Italia». Seduto sui divanetti del Transatlantico è eloquente la chiosa di Cicchitto: «Mi sono proprio rotto...».

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