In piazza contro il caro-pagnotta

Dal referto non ci sono dubbi, la diagnosi parla chiaro: è attorno alla michetta che si collega quella serie di sintomi e disturbi alimentari che sta colpendo i milanesi. Un tempo simbolo, tradizione e specialità della tavola meneghina, oggi in attesa di una cura, un rimedio. Ieri, invece, espressione di disagio, malcontento e insofferenza, definita dalle Associazioni dei consumatori regionali «La protesta della pagnotta». Circa dieci rappresentanze si sono trovate in piazza Cadorna per lanciare un sos al governo e alle istituzioni comunali, al sindaco Letizia Moratti e al prefetto Gian Valerio Lombardi in particolare.
Chiedono aiuto, un antidoto concreto, che dia un freno all’impennata di costi che dalla michetta ha contagiato ogni altra qualità di pane, circolando velocemente tra gli scaffali dei supermercati e raggiungendo in circa 7 anni - dall’introduzione dell’euro in poi - ogni reparto alimentare, svuotando il portafoglio della gente. Striscioni in Cadorna, non a caso di fronte a «Pattini e Marinoni» (una delle più note panetterie milanesi, dunque parte coinvolta nel discorso caro-pane), per diffondere pensieri e problemi della famiglie, costrette a mettere in dubbio pure l’essenziale.

Occorre una politica di contenimento delle tariffe di prodotti di prima necessità, l’estensione in pianta stabile di progetti come i Farmer Market, anche in vista della stangata autunnale annunciata da Federconsumatori (una spesa di 617 euro in più rispetto all’anno scorso). Il Codacons ieri ha promosso anche lo sciopero del pane, annunciando il 61% di adesioni in città. I milanesi che sono scesi in piazza hanno ammesso che «la risalita è dura, ma dobbiamo crederci».

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