Marta Bravi
Piazza Duomo come piazza San Pietro. Luoghi sacri che devono mantenere la loro natura e la loro vocazione. «Se fosse per me - tuona Vittorio Sgarbi a margine della conferenza stampa di presentazione del festival della musica di Milano e Torino - vieterei qualsiasi manifestazione musicale in piazza Duomo al di là di qualche concerto di musica sacra, come per esempio il concerto di Natale». Nelle intenzioni dellassessore alla Cultura, infatti, il MiTo si svolgerà in luoghi e palchi inaspettati, come il Palazzo della Borsa Palazzo Dugnani, ma non in piazza Duomo.
Così come dora in avanti saranno bandite piste di pattinaggio, maxischermi, concerti rock e comizi politici. «Piazza Duomo è sacra, come il suo sagrato, non è certo il luogo adatto per fare concerti. Sessantamila persone in piazza per Sting? Non esiste - risponde allibito il critico - le manifestazioni profane sono bandite. Cinquantamila persone per i Mondiali di calcio? - lo stupore si trasforma in disgusto -. Sudati e ubriachi davanti agli schermi: Uno schifo tremendo». Questo è lo Sgarbi pensiero rispetto alla piazza simbolo della città. Questa volta però il pensiero dellassessore non è eversivo, né azzardato, anzi. «Ma come - dice ai giornalisti - io che sono laico, devo dire queste cose? Sto semplicemente dicendo, e il sindaco Moratti è daccordo con me, che si tratta di un luogo sacro e che in quanto tale va rispettato». Non azzardato e nemmeno innovativo, è lui stesso ad ammetterlo. «Nel luglio 1989 De Michelis, che era doge, si espresse contro il concerto dei Pink Floyd in piazza San Marco a Venezia, gli fece eco Massimo Cacciari», ricorda (il concerto venne fatto lo stesso, su un mega palco galleggiante nella laguna il 15 luglio 1989, lasciando dietro di sé una montagna di rifiuti e di polemiche e da quel momento la sovrintendenza vietò concerti in piazza, ad eccezione del concerto dell11 e del 12 agosto di David Gilmour, chitarrista dei Pink Floyd, che si è esibito, con il benestare del sindaco Massimo Cacciari, proprio in piazza San Marco, ndr).
«A essere sincero lidea non è mia, ma di Andrée Ruth Shammah, la direttrice artistica del teatro Franco Parenti, forte sostenitrice dellidea che la cultura, gli spettacoli e gli eveneti vadano decentralizzati, proprio per non svilire e dimenticare altri luoghi, come i teatri. Io sono come il pesce siluro: lui mangia gli altri pesci, io faccio così con le idee altrui. Se mi piacciono - spiega lassessore - le sposo immediatamente».
Oltre alle idee, però, servono i fatti. «Ho già illustrato al sindaco, che ha la delega ai grandi eventi, questa mia linea e la sottoporrò alla giunta. Mi piacerebbe però che si esprimessero anche il presidente della Fabbrica del Duomo e il cardinale». Solo musica sacra, che favorisca lispirazione e la meditazione.
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