Si stava meglio quando si stava peggio. Lo pensano (e lo dicono, spesso a voce alta) molti abitanti di piazza Grandi alle prese con le «nuove» fermate dellautobus. Spazzatura, buche per terra ricolme di acqua, tubi che sbucano dal sottosuolo per rimanere sospesi a mezzaria, legno marcio e reso offensivo dalla pioggia, fil di ferro intrecciato per legare le tavole fradice a cui dovrebbero appoggiarsi i passeggeri in attesa dellautobus. Per ricorrere a un eufemismo, una vera schifezza.
Siamo in fondo a corso XXII marzo, allangolo con via Compagnoni, nella piazza alberata dominata dalla grande statua di Giuseppe Grandi, lartista autore del monumento alle Cinque Giornate di Milano. Quando nel settembre scorso sono partiti i lavori di ripavimentazione di corso XXII marzo e di rifacimento dei binari e delle fermate, la previsione era che la situazione migliorasse. Viale transennato, piazza divisa in due da un lungo muro di inferriate, traffico impazzito, ma tutti disagi sopportabili in vista di un futuro migliore.
Il dopo è molto peggio di prima. I lavori sono finiti a metà ottobre, ormai più di due mesi fa, eppure la fermata del tram è in uno stato di incuria totale e che nessuno sembra voler risolvere. Chi aspetta di salire su un mezzo pubblico in direzione Duomo è costretto ad aggirarsi in un ambiente da brutta periferia degradata. Se poi arriva di corsa, rischia anche di farsi male. Il sacchetto pieno di spazzatura tristemente appeso alla tavola di legno è il dettaglio più brutto, ma fin qui siamo al degrado che offende il senso estetico. Ci sono anche oggetti pericolosi, come il legno sfilacciato e il fil di ferro sporgente.
Una beffa, dal momento che le nuove fermate, almeno nelle rutilanti pubblicità sparse per la città, dovevano essere destinate ad ammodernare. Invece niente pensiline, né sgabelli né tanto meno pannelli indicatori che segnalano orari, passaggi e frequenze di tram e autobus.
Sullaltro lato della strada, dove la pensilina, sia pure striminzita, è stata terminata, sono comparsi i graffiti degli imbrattatori. Si sa, la trascuratezza è contagiosa.
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