Una piazza intitolata alla morte di Mussolini

Giulino di Mezzegra dedica una targa al «28 aprile 1945» Il sindaco: «Nessuna valenza politica. Solo un fatto storico»

Una mattina di primavera, era il 28 aprile, una raffica di mitra mette fine alla sua vita di dittatore decaduto. Alla sua e quella di Claretta Petacci, insieme: fatti di un tempo che sembra lontanissimo, 62 anni fa. Il paese della fucilazione di Benito Mussolini è Giulino di Mezzegra, provincia di Como. Il luogo è passato alla storia, come era inevitabile, necessario, e giusto che fosse. Ma da allora a oggi, la cittadina sembrava aver messo in un angolo della memoria quelle due morti. Sul cartello di località all’entrata del paese, tra i luoghi e le date «importanti», tra la chiesa di Sant’Abbondio e un altare ligneo del Seicento, un’anonima riga ricorda: «28 aprile 1945: fatto storico».
Già, «fatto storico». Con tanto di interpretazioni e ricostruzioni contrastanti sul «come» e sul «chi» l’ha compiuto. Ora che di tempo però ne è trascorso, forse, a sufficienza, quel «fatto» viene celebrato da un’intera piazza, quella principale, che l’amministrazione comunale di Giulino di Mezzegra ha intitolato al giorno della morte del duce. Il cartello, con la scritta «Piazzale 28 aprile 1945», è stato collocato qualche giorno fa; e l’inaugurazione ufficiale è prevista appena saranno finiti i lavori di risistemazione della piazza, subito dopo l’estate. «Sia chiaro - spiega il sindaco Bruno Bordoli, eletto due anni fa in una lista civica - il gesto per noi non ha alcuna valenza politica. Ha soltanto un significato storico e turistico. Storico perché quello che accadde qui quel giorno ha cambiato la storia d’Italia, e non solo, ed è giusto ricordarlo. Turistico perché come primo cittadino voglio fare di tutto per favorire l’afflusso di visitatori. Qui molta gente viene per il lago, ma anche per vedere i luoghi dove accaddero quelle cose».
«Quelle cose», oppure il «fatto storico», sono oggi, nel luglio 2007, la casa di Giacomo De Maria, via Riale 4, dove è ancora conservata la camera nella quale Mussolini e la Petacci trascorsero la loro ultima notte. Poco distante, invece, c’è la casa tra Lenno e Mezzegra, sulla statale 304, davanti alla quale i due furono fucilati dai partigiani la mattina del 28 aprile. «L’idea del cartello è mia - spiega ancora il sindaco - e l’ho maturata da quando sono stato eletto.

La delibera risale a un paio di mesi fa, ma non ha suscitato polemiche. Anche il consiglio era d’accordo». E così ora esiste il ricordo ufficiale per i fatti del 28 aprile. Quelli del giorno dopo sono invece già impressi negli occhi di tutti.

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