La piccola Italia non ha più posto in Europa

All'inferno. Nel girone dei brocchi, costretti a mangiarsi le mani e la testa dopo l'umiliante sconfitta di ieri a Pau (81-61, ma già 19-7 dopo il primo quarto dove i frilli Nba italiani erano a zero) contro una Francia bellina, ma non trascendentale anche con super Parker (23 punti), anche con il vero portento Batum, che ci ha escluso per la prima volta dai campionati europei dal 1935, eliminazione sul campo, perché la rinuncia del 1949 al Cairo fu obbligatoria dopo la tragedia del Torino a Superga e quella del 1961 a Belgrado perché non c'erano fondi, cosa che potrebbe accadere anche adesso, se al Coni chiederanno di cambiare tutto per il ritorno in campo nel 2011 dopo aver assistito ai mondiali in Turchia che non ci siamo meritati insieme a tante altre cose. In Francia la nazionale femminile vince l'europeo, le giovanili conquistano medaglie e noi abbiamo sempre una scusa per non esserci.
Guardare la partita di Pau, valutarla, non ha senso perché qualcuno dovrà pur spiegare cosa è accaduto al basket italiano che 10 anni fa vinceva l'europeo a Parigi e che nel 2004, con l'allenatore di oggi, perse la finale olimpica contro l'Argentina, perché a mandarci nel girone dei brocchi non è stata certo la Francia che si è compattata dietro gli uomini Nba, ma una serie esagerata di errori per pura ingordigia e ripicca.
Oggi non c'è nessuno che possa dire io non c'entro, le colpe sono da dividere nel branco e non è vero che abbiamo prodotto soltanto finti giocatori: ultimamente ne abbiamo mandati tre nella Nba: due, il Belinelli e il Bargnani, li avevamo in campo ieri e purtroppo ci sono venuti dei dubbi su queste scelte americane, mentre il terzo, il più forte, Danilo Gallinari, era in ginocchio al santuario di Lourdes, così vicino a Pau, a pregare per la sua schiena e una miracolosa rivolta dei nerd senza favori del pronostico che, come si sa, è la stato mentale che si preferisce nello sport. Non è servito a niente, così come sembrava patetica quella difesa a zona per cui un tempo prendevamo proprio in giro i francesi.
Certo il male ce lo siamo fatto l'anno scorso, finendo dietro Ungheria e Bulgaria, ma adesso non è davvero importante cercare della gente pentita che cambi atteggiamento e mentalità perché il professionismo è un altra cosa e le società devono potersi battere al meglio, fingendo di non sapere che le regole fatte per avere in squadra un numero minimo di giocatori italiani devastano i bilanci proprio come gli stipendi dei molti stranieri che vanno e vengono.
La Francia si è goduta la festa, nella nuova arena con aria condizionata chiusa per le solite ripicche, ma Pau era famosa perché un tempo si giocava nel mercato del pollame.

Ieri i galletti ci hanno beccato in tante maniere, divertendosi ed esagerando, cosa che potrebbe far diventare pericoloso lo spareggio con la Bosnia perché una delle università della vecchia scuola jugoslava non presenterà certo i dentini da latte che ha mostrato Bargnani in difesa, vero palo della luce, uno che dentro l'area non intimidisce. Siamo all'anno zero, al capolinea di tutto. Una tristezza e se qualcuno nel basket italiano ne godrà pure, proveremo grande pena per lui.

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