«Sì, sì: la bambina è nostra, ma adesso siamo a Roma, non possiamo muoverci, tenetela voi, passiamo tra qualche giorno a riprenderla». Così gli increduli carabinieri si sono sentiti rispondere da un uomo chiamato al numero di cellulare fornito da una zingarella di 9 anni, scoperta a rubare. Ai militari non è rimasto che farle passare in qualche modo la notte, per poi il giorno dopo rivolgersi al tribunale dei minori per trovarle una sistemazione. In attesa che qualcuno vada a riprenderla.
Non è certo la prima volta che piccoli nomadi vengono mandati a rubare dai parenti. Sotto i 14 anni infatti, non sono imputabili. E le forze dellordine non possono fare proprio nulla, se non rintracciare i genitori, o quanto meno un parente, a cui poi riconsegnare il minore. Così quando laltro giorno una signora ha chiamato il 112, dopo aver scoperto la zingarella in casa, hanno attivato le consuete procedure. Un equipaggio ha raggiunto labitazione della richiedente e raccolto la sua deposizione: «Si è intrufolata, non so come. Ho sentito dei rumori e lho scoperta a rovistare nei cassetti». I carabinieri-babysitter prendono in consegna la piccolina e la portano in via Moscova. «Bellissima, un visino vispo e intelligente, parlava un ottimo italiano», riferisce un ufficiale.
La ragazzina per nulla intimorita dialoga tranquillamente con gli uomini in divisa, racconta di essere nata a Brescia e fornisce il solito numero di cellulare da chiamare per riacquistare la libertà. Ormai abituati, gli investigatori fanno il numero ma questa volta lepilogo è molto diverso.
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