Piccoli, giovani e specializzati Ecco gli editori di nicchia

Ci vuole coraggio a intraprendere l’attività di editore in Italia. Soprattutto adesso che di libri se ne stampano davvero molti (forse troppi) e che la crisi taglia (se non azzera) i ricavi dell’impresa. Per dare un’idea gli ultimi dati disponibili sono quelli del 2008: 59mila titoli pubblicati per un totale di 235milioni di copie, con un fatturato di 3,5 miliardi di euro. Eppure sono tanti i giovani che iniziano a fare impresa in questo settore. Basta fare un giro per gli affollati stand di «Più libri più liberi», la fiera della piccola e media editoria che si è aperta ieri al Palazzo dei Congressi di Roma, per rendersene conto.
La piccola editoria è un mondo composito, ricco di proposte varie e insolite. Così l’imperativo categorico di ogni editore è cercarsi una nicchia. «Trovata la nicchia, hai trovato il tesoro» scherza Irene D’Intino della Bianconero edizioni. Non ha nemmeno un lustro alle spalle, questo marchio, eppure ha già un mercato consolidato. «Semplicemente abbiamo trovato un mercato dove c’era tanta domanda ma poca offerta» aggiunge la giovane editore. La D’Intino si riferisce al settore dell’alta leggibilità dedicata a bambini con problemi di dislessia che da noi sono il 5 per cento del totale. «Per loro nessuno faceva niente. Così abbiamo messo in pratica i consigli degli esperti per confezionare prodotti adatti a loro». Classici rivisitati, sintesi di capolavori della letteratura per l’infanzia con una composizione tipografica adatta a chi ha problemi di lettura.
Stesso entusiasmo a Torino, dove è nato meno di un anno fa il marchio Miraggi. È la storia di un gruppo di giovani precari e del loro progetto innovativo. «Anche noi cerchiamo la nicchia - conferma il direttore editoriale Alessandro De Vito - e lo facciamo soprattutto con titoli insoliti». Il loro prossimo volume non è ancora arrivato il libreria ma ha già 300 prenotazioni. «È il primo manuale italiano per il triathlon» conferma De Vito. Tra i primi titoli di successo, anche Contro l’unità d’Italia che raccoglie una serie di articoli del filosofo francese Proudhon.
Quasi tutti si rivolgono a Internet. Come Caravan Edizioni, il cui primo libro, pubblicato un anno fa, è Spigoli di Devor De Pascalis. «È il diario di viaggio di uno che ha preso la valigia e si è trasferito in America per cercare fortuna» racconta Marta Franchi. Trent’anni, alle spalle un già ricco curriculum di consulente editoriale e soprattutto una gran voglia di non mollare, la giovane editore conferma che prima di tutto viene la passione per il mestiere. «Siamo una cooperativa di quattro ragazze - dice - che si sono date come obiettivo mettere a frutto al meglio le proprie competenze». Di traduttrici, soprattutto. «Non si tratta di diventar ricchi, ma di lavorare con entusiasmo su un progetto preciso». Fatto con tutti i crismi, compresa la carta riciclata («costosissima, ma imprescindibile»).
La definizione migliore di questa nuova voglia di impresa la offre Simona Ventullo, avellinese d’origine ma romana d’adozione. «Dalle parti mie si dice: “dove c’è gusto non c’è perdenza”. Quindi non mi spaventano gli aspetti economici di questa nuova impresa. L’importante è soddisfare la passione». La Ventullo era fino a un anno fa un avvocato di successo in un prestigioso studio. Poi la nascita del figlio ha cambiato le priorità. La sua casa editrice Personaliter ha all’attivo un titolo davvero di nicchia: Negoziando guida dei più interessanti negozi romani che non fanno parte di catene.

«Adesso - scherza - faccio anche il fattorino. Porto i volumi nelle librerie e mi è capitato anche di consegnarli a domicilio a chi li compra on line. Però mi dà più soddisfazione la creatività di questa attività che lavorare come prezzolata professionista».

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