Ferruccio Gattuso
Un colpo di ventaglio, una folata di vento artificiale (e anche il titolo di uno dei grandi classici di Goldoni, pronto a calcare il palcoscenico nell'inedita lettura di Luca Ronconi) con la quale spegnere le tante candeline che si affollano attorno al Piccolo Teatro, e che festeggiano per la prossima stagione numerose ricorrenze.
Gli anniversari, infatti, si sprecano, per la prestigiosa istituzione voluta da Giorgio Strehler così come per il mondo del teatro: sessantesimo del Piccolo, tricentenario di Carlo Goldoni, decimo della morte di Strehler, ventesimo della Scuola del Piccolo.
In attesa del fatidico 14 maggio 2007 - data esatta del sessantesimo, nella quale si prevede un'apertura delle tre sale alla città con spettacoli e manifestazioni da annunciare in autunno - il Piccolo, nelle persone del direttore Sergio Escobar, del presidente Roberto Ruozzi e del direttore artistico Luca Ronconi, ha presentato ieri al Teatro Studio la nuova stagione.
Lo slogan è già bell'e pronto, scritto nel calendario e nella casualità, che Sergio Escobar ammette come tale, ma che colora dei segni del destino: «Sessanta spettacoli per sessant'anni di vita - spiega il volto istituzionale del teatro - e la determinazione a legare sempre di più questo teatro alla città di Milano e alle sue inesauribili potenzialità culturali. La stessa determinazione che c'era in quel Manifesto della Fondazione del teatro, scritta da Strehler nel 1947».
Per Escobar, quella passione ha dovuto attraversare mille difficoltà e qualche tradimento: nei fogli che ha sottomano, infatti, il direttore del Piccolo non ha solo i buoni propositi e le cifre commemorative, tra cui le 7.000 aperture di sipario negli ultimi otto anni, i 250 spettacoli portati in scena in 16 lingue, i 3 milioni di spettatori di cui la metà giovani e le 300 piéce portate in giro per il mondo.
Eppure, «si annuncia una stagione talmente bella - è la battuta di Escobar - che quasi quasi faccio l'abbonamento». L'ottimismo della volontà è quella che traspare anche nei cartelloni dello Strehler, del Grassi, del Teatro Studio e in alcuni eventi legati al Piccolo come una rappresentazione straordinaria di Arlecchino servitore di due padroni alla Scala, atteso per l'autunno 2007. Un'idea lanciata da Escobar e prontamente raccolta dal sovrintendente Stéphane Lissner.
Arlecchino alla Scala si farà, dunque. Ma Goldoni regnerà incontrastato anche al Piccolo con opere come il già citato Il Ventaglio, per la regia di Luca Ronconi (dal 16 gennaio allo Strehler), La trilogia della villeggiatura diretta da Toni Servillo (prevista a chiusura dell'anno del tricentenario al Teatro Grassi), Il campiello diretto da Jacques Lassalle (produzione della Comédie Française, dal 24 al 27 maggio allo Strehler), seminari goldoniani tenuti presso l'Università statale di Milano, l'Arlecchino di Ferruccio Soleri al Grassi (dal 18 aprile) e tanti altri eventi.
Atteso senza dubbio anche l'allestimento de Il silenzio dei comunisti dalle lettere di Vittorio Foa, Miriam Mafai e Alfredo Reichlin, che Luca Ronconi porta in scena nell'hangar "Paolo Fondrini" (area ex Marelli) di Sesto San Giovanni: uno spettacolo (dal 7 al 19 novembre) che pone domande forti sul passato e sulle prospettive future della nostra società. Una storia di classe operaia raccontata in un luogo che racconta di essa da ogni muro.
Di Ronconi, al Grassi (3 marzo-5 aprile) è previsto anche Inventato di sana pianta, commedia ironica e spregiudicata di Hermann Broch sul mondo degli affari, il loro intreccio con la politica e le relazioni amorose.
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