Piccolo «inferno» familiare sepolto nella grande America

C’è qualcosa di primordiale nella vicenda di martirio e di sbando emotivo che Alessandro Fea (autore e regista) costruisce intorno alla policromia espressiva di Paola Sebastianelli in Jenna: spaccato di un’America contemporanea dove, tra degrado sociale e fragilità affettive, si agitano personaggi votati necessariamente alla sconfitta. A partire proprio da lei, la Jenna del titolo: madre, vedova, Bernalda Alba di oggi, donna passionale e autoritaria, incline alla nostalgia ma non per questo incapace di aggredire il quotidiano, che, dopo l’uccisione del marito, cerca di salvare i figli (in particolare la figlia femmina, autrice del delitto) confessandosi colpevole. Lo spettacolo si sorregge su una scrittura che sfiora il realismo per aprirsi a continue virate surreali e che sovrappone piani narrativi diversi (ci muoviamo tra le abitazioni di un condominio popolare, riproposto in scena grazie all’impiego di tutti gli spazi del palcoscenico, i cui inquilini tessono relazioni «ambigue» tra loro), indugiando volentieri su flash-back e monologhi di «autorivelazione». Senza dubbio però uno dei maggiori punti di forza della pièce sta nella musica. Composta ed eseguita dal vivo dallo stesso Fea (ottimo chitarrista, mentre al basso c’è Stefano d’Agostino), la partitura musicale vibra di atmosfere ataviche e avvolgenti che trovano in Angela Cavagnis un’interprete d’eccezione. Vestita di nero e a piedi scalzi, la cantante affiora lentamente dal buio del piano alto della scena e sembra essere quasi un alter ego di Jenna; una prefica sofferente che incarna in sé il dolore e il disincanto di queste vite disperate.

Qualche lungaggine di troppo e l’eccessiva verbosità di alcuni passaggi affaticano il ritmo complessivo di un lavoro comunque apprezzabile, impreziosito dalla generosa prova della Sebastianelli (la ricordiamo, altrettanto brava, nel recente Zio Vanja diretto da Mario Prosperi) e dalla talentuosa presenza del promettente Mario Toccafondi (Lenny). Ancora troppo acerbi ci sono parsi, invece, gli altri giovani attori del cast. Repliche al teatro Politecnico fino al 22 aprile.

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