Cronache

In piena notte il poliziotto all’Autogrill vuole spostare le auto che intralciano

In piena notte il poliziotto all’Autogrill vuole spostare le auto che intralciano

(...) «Ci sono stati casi drammatici - ricorda Bornacin -. Famiglie intere, con bambini piccoli, abbandonate in autostrada. Le informazioni fornite parlavano di tir rovesciati, una voce che si è rivelata fasulla. Ma i soccorsi non sono arrivati fino al mattino, e le conseguenze potevano essere ben peggiori. Non oso pensare, di fronte a tanta disorganizzazione - conclude Bornacin - cosa sarebbe successo se l’evento atmosferico fosse stato peggiore. Le società di gestione dei tratti autostradali incassano barche di soldi, ma non fanno abbastanza per la sicurezza di chi viaggia».
In realtà, le testimonianze di quella notte all’addiaccio sono terribili: tutti fermi, gli automobilisti, tra Tortona e Serravalle Scrivia in direzione Genova, a battere i denti dal freddo, ad aspettare che qualcuno porti qualcosa di caldo da bere o almeno qualche notizia. Niente di niente: tutti lasciàti soli, tutti fermi dalla sera alle sei del mattino. Francesco è di Genova. Lavora a Milano e scende in Liguria tutti i venerdì sera. «Partenza da Milano poco dopo le 21. Tutto tranquillo fino a Pavia, poi comincia il nevischio seguito dalla neve vera e propria». Nessun accenno a una nevicata consistente, comunque, nemmeno quando, oltrepassato il casello di Tortona e l'Autogrill di Bettole di Novi, la Chrysler di Francesco deve fermarsi. Una coda, probabilmente per un incidente. «Non sembrava niente di grave, non mi ha sfiorato nemmeno l'idea di dover rimanere bloccato lì per ore». Quello che Francesco non sa è che, poco più avanti, un autotreno si è messo di traverso. «A un certo punto, un signore ha preso l'ombrello ed è andato a piedi a vedere cosa stesse succedendo più avanti. Quando è partito le sue impronte nella neve lasciavano intravedere un po' di asfalto; un quarto d'ora dopo, al suo ritorno, stava affondando coi polpacci nella neve». Una surreale telefonata alla Polizia Stradale («Pronto, sono in coda tra Tortona e Serravalle, vorrei sapere se…» «Ma lei le ha le catene? Le metta subito. Buonasera»), e l'incubo comincia. «Una soluzione alternativa - è il racconto di Francesco - poteva essere quella di buttarsi nella corsia di emergenza, ma c'era tutta una serie di buoni motivi per non farlo, dal rischio di bloccare il passaggio ai mezzi di soccorso, fino a quello di farsi sospendere la patente per una stupidaggine». Intanto, nel paesaggio lunare della campagna alessandrina imbiancata, nel silenzio rotto soltanto dalle poche macchine che percorrevano la carreggiata opposta, in molti hanno deciso di recarsi a piedi al vicino Autogrill.
Fortunatamente, all'Autogrill di Bettole, alle 2.30 della notte, si respirava un'aria decisamente civile. «Sotto il tetto del distributore, tantissime macchine posteggiate. Chi le aveva, montava le catene, aiutato da un gruppetto di giovani discotecari particolarmente abili in questo». Francesco è tornato in macchina, dopo un cappuccino ristoratore, e, verso le quattro, ecco la miracolosa apparizione di un poliziotto che, lungi dal fornire ragguagli sulla situazione, o anche un semplice incoraggiamento, gli ha ordinato «di raddrizzare la macchina perché dava fastidio, poi è andato via». Da segnalare anche il coraggio e l'incoscienza di una famiglia di Brescia con un bambino di tre mesi che, esasperata, ha girato il muso dell'auto ed è tornata a Tortona contromano, costi quel che costi. Poi, vista la piattezza della situazione, tutti hanno cercato di dormire qualche ora. «Fino alle 6.20, quando un poliziotto gentile è venuto ad avvisarci finestrino a finestrino che potevamo ripartire. Ha anche dato una mano a chi non riusciva a rimettersi in marcia». E finalmente, dopo otto ore passate ad arrangiarsi, senza soccorso, le ruote hanno ricominciato a girare, stavolta non a vuoto. Ad una velocità ridotta, un po' per prudenza e un po' anche per la stanchezza.

Ma, assicura Francesco, «dopo una notte così, anche ai sessanta all'ora ti sembra di essere Schumacher».

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