Pienone al Salone di Milano La sfida della moto italiana

Svelate le novità 2007: c’è una risposta per ogni proposta dall’estero

Valerio Boni

da Milano

Quella che si conclude oggi alla Fiera di Rho è un’edizione da ricordare dell’Eicma (o del Salone di Milano per usare un termine più ricorrente). Non solo per la particolarità rappresentata dal passaggio all’annualità dell’appuntamento, che ha abbandonato la scadenza fissata nei soli anni dispari, ma per il forte risveglio dell’industria nazionale.
Il presidente di Confindustria Ancma, Guidalberto Guidi, aveva ricordato alla vigilia del via che l’innovazione è l’arma con la quale le case nazionali possono mettere in difficoltà l’offensiva orientale a basso costo. E questa strategia è stata applicata senza mezze misure. Pur posizionata a meno di un mese dall’appuntamento di Colonia, dove il resto del mondo ha portato in anteprima tutta la produzione 2007, la rassegna milanese ha dimostrato di poter avere una propria dignità anche in versione «autarchica». Lo ha dimostrato il gran pubblico che ha reso difficile vedere anche solo per qualche istante le ultime nate di Ducati, Aprilia, Morini e Guzzi. Se le sportive 600 di Honda e Kawasaki o le 1.000 di Suzuki e Yamaha hanno mantenuto il ruolo di poli di attrazione per la sempre costante ricerca verso la leggerezza e l’incremento delle prestazioni, la risposta italiana è stata ancora più sostanziosa.
Giappone, Stati Uniti ed Europa si sono impegnati fuori dal segmento delle sportive con la nuova famiglia monocilindrica G di Bmw, la rinnovata naked Hornet di Honda, gli scooter Giggle e X-City di Yamaha, la superturistica 1400 Gtr di Kawasaki, la naked muscolosa B-King per Suzuki, la maxienduro Triumph Tiger 1050 e il prototipo della Xr 1200 di Harley Davidson. Ognuna di queste troverà nel 2007 almeno un’alternativa made in Italy. Per chi cerca le prestazioni c’è solo l’imbarazzo della scelta tra la Ducati 1098, salto generazionale rispetto all’attuale 999, l’esclusiva Bimota Tesi 3D assemblata con cura artigianale o, per chi ha 100mila euro da spendere la Mv F4cc, edizione speciale della F4 1000 R. Ma non mancano le novità che vanno a presidiare alcuni segmenti irrinunciabili, come quello delle moto in stile americano, dove si inserisce l’inedita Guzzi 900 Custom, o quello delle supermotard, dove il ruolo della regina spetta indubbiamente alla Hypermotard di Ducati. Senza poi dimenticare il campo degli scooter, non certo trascurato, dove si segnalano, oltre al ritorno della Garelli, la nascita del Phantom Malaguti di nuova generazione, l’arrivo del Derbi Boulevard S dallo stile ricercato e la nascita di alcune serie speciali dell’immortale Vespa in tutte le cilindrate, a cominciare dalla S, che riprende alcuni dettagli stilistici della Special 50, best seller degli anni ’70. Non sono mancate le proposte più innovative. La prima arriva dal Gruppo Piaggio, che non ha lasciato il tempo alla concorrenza di reagire alla presentazione dell’Mp3, lo scooter a tre ruote, rincarando la dose. Al 250 per il mercato italiano e al 125 per l’esportazione si aggiunge infatti un allestimento 400. In più si aggiunge un 500 ancora più potente e dalle caratteristiche più sportive, che sarà commercializzato con il marchio Gilera e con il nome di Fuoco. Il ritorno ad alti livelli di Gilera passa anche attraverso la realizzazione dello scooter che segna i nuovi riferimenti per il segmento maxi. Si chiama Gp 800 ed è un 850 con motore bicilindrico da 75 cv, rigorosamente con cambio automatico, in grado di sfiorare i 200 orari. Anche Aprilia ha puntato sulle novità esclusive.

Forse sarebbe bastata la Shiver, una 750 che lancia questa casa nel settore delle naked di media cilindrata, ma questa è stata in parte messa in ombra dalla Mana, 850 bicilindrica che apre la strada alle moto automatiche.

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