Cultura e Spettacoli

Pier Silvio: «Duopolio finito, noi ripartiamo»

«Il nostro concorrente non è solo la Rai. Per cavalcare il cambiamento investiamo sulle nuove piattaforme»

Laura Rio

da Milano

Serie A va in archivio, sotto l’etichetta «capitolo chiuso». Al suo posto arriva il più concreto Controcampo, non su Canale 5 ma su Italia 1. In una giornata ancora inebriata dai festeggiamenti per la vittoria mondiale, Mediaset conferma il ridimensionamento dell’impegno sul campionato italiano ancora prima dell’arrivo delle sentenze che potrebbero eliminare dalla serie maggiore Juventus, Milan, Lazio e Fiorentina. Un investimento di 180 milioni di euro per l’acquisto degli high lights partito in salita (con il cambio in corsa tra Bonolis e Mentana), ora appeso alla sentenza di Calciopoli. E di cui l’azienda chiede una ridiscussione.
Non poteva che incentrarsi su questo nodo la presentazione dei palinsesti autunnali di Mediaset, avvenuta l’altra sera nella cittadella televisiva di Cologno. A metà tra conferenza stampa e cena di gala, con le irriverenti iene Luca e Paolo a fare da simpatici guastatori, di fronte alla stampa si è presentato tutto il vertice del gruppo, dal presidente Fedele Confalonieri al vice Pier Silvio Berlusconi, al direttore contenuti Alessandro Salem, al direttore palinsesti Marco Paolini e ai tre responsabili di rete Modina, Tiraboschi e Scheri. Lo stato maggiore del Biscione si è schierato per spiegare, in sostanza, che, nonostante una primavera in cui gli ascolti e gli incassi pubblicitari sono stati inferiori alle aspettative, è stata preparata una programmazione che farà brillare l’autunno. E dunque: concentrazione massima di star nella prima serata di Canale 5, pochi film, tanta fiction e intrattenimento, qualche reality. Poche le novità rispetto alle indiscrezioni uscite sui giornali nelle scorse settimane, quando l’attesa dell’ufficializzazione del palinsesto aveva fatto sospettare incertezze decisionali.
Come anticipato, le novità maggiori sono il game show di Bonolis-Laurenti (per ora confermato al martedì), il reality Circus alla domenica, il gioco psicologico di Maria De Filippi al venerdì. Costanzo con i suoi spazi: Buon pomeriggio al posto di Verissimo, il talk domenicale (alle 18) in sostituzione di Serie A e il reality carcerario. E poi la domenica pomeriggio condotta da Paola Perego e il preserale con Amadeus.
Queste le punte di diamante, le maggiori produzioni di un palinsesto che vuole mantenere i punti di forza tradizionali, con qualche innesto innovativo. E sotto il quale corre una traccia, una strategia, illustrata dal vice presidente Pier Silvio Berlusconi, tesa ad affrontare una situazione che vede Mediaset sotto la spada di Damocle delle decisioni del nuovo governo di centrosinistra (che metterà mano alla legge Gasparri) e le incertezze di un mercato sempre più complicato. In sostanza, l’erede dell’impero televisivo berlusconiano ha annunciato la trasformazione di Mediaset in una media-company, cioè in un’azienda che non punta più solo sulla tv generalista, ma anche sulle nuove tecnologie, dai telefonini a Internet. Berlusconi junior parte dalla considerazione: «In tv è cambiato tutto: non esiste più un duopolio Rai e Mediaset. Oltre alla tv in chiaro ci sono oggi quella satellitare, il digitale terrestre, la tv via cavo, l'Umts, il Dvbh, eccetera. Tutte queste piattaforme si nutrono di contenuti televisivi e di concorrenza ce ne sarà sempre di più, al di là dei governi che sono più lenti della tecnologia». Per questo «il nostro primo concorrente non è più la Rai, ma sono queste nuove piattaforme». Realtà (satellitare a parte) che per ora sono in una fase così embrionale da non destare molta paura, tanto che è lo stesso vice presidente a ricordare che, comunque, la tv generalista ha una penetrazione sulla popolazione italiana del 95,5 per cento e dunque resta il campo di azione principale del Biscione. E, in questo campo, si ribadisce con forza l’attenzione puntata sulla fascia di pubblico tra i 15 e i 64 anni (i consumatori di pubblicità e di prodotti), dove il gruppo resta leader. Comunque, per «cavalcare il cambiamento», l’azienda di Cologno continuerà a investire sui contenuti (fiction, film, sport, reality) da fornire ai gestori dei telefonini e, novità, all’Iptv, la tv su Internet di Telecom Italia. Senza dimenticare la grande scommessa sul digitale terrestre. «Su cui abbiamo puntato - ha detto Berlusconi junior, riferendosi alle accuse di essere stati agevolati durante il governo del padre Silvio con gli incentivi statali per l’acquisto dei decoder - sempre nello scrupoloso rispetto delle leggi. Ricordo che il digitale è stato introdotto dal governo Amato e che il gruppo, negli ultimi 2 anni, vi ha investito 1.600 milioni di euro ed è arrivato a 2 milioni di tessere vendute». E, qui, si ritorna al punto di partenza: il calcio.

Berlusconi jr ribadisce che i costi per diritti del campionato in chiaro andranno rivisti dopo l’arrivo delle sentenze sui club coinvolti nello scandalo. Ma anche il digitale non resterà illeso, anche se non cambierà offerte: potrà essere pagata allo stesso modo una partita con la Juve o il Milan in una serie minore?

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