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Pierangelini sbarca a Milano. Il suo "Spiga" apre al Carlton

Pierangelini sbarca a Milano. Il suo "Spiga" apre al Carlton
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Fulvio Pierangelini è stato per anni il migliore chef italiano. Nel 2004, per dire, secondo la guida del Gambero Rosso aveva 96 centesimi con il suo ristorante Il Gambero Rosso (omonimo della guida ma niente a che vedere con essa) a San Vincenzo, cittadina marinara del litorale livornese, staccando di due punti niente di meno che Gianfranco Vissani, che in quegli anni era una potenza gastronomica. Ora, a 72 anni, abbandonato il mare ("mi emoziono pure quando vedo il lago d'Iseo", scherza) e dismessa ogni ambizione di classifica ("ho giocato a quel campionato e ho vinto tutto. Ora faccio quello che mi piace fare: cucinare"), sbarca per la prima volta nella sua lunga carriera di cuciniere a Milano, dove sta per aprire il ristorante Spiga al The Carlton Milano, in via Senato.

Spiga prende naturalmente il nome dall'iconica via sulla quale affacciano alcune della settantina di (bellissime) stanze di un albergo storico della città (l'ex Baglioni) riaperto un paio di mesi fa dopo un lungo lavoro di restauro e il cambio di proprietà che lo ha portato nel portafoglio di Rocco Forte, l'imprenditore italo-britannico dell'hôtellerie di lusso che a Milano già contava sulla pochissimo distante Rocco Forte House in via Manzoni.

Sospeso tra Italia e Gran Bretagna il design dell'hotel, italianissima (e per fortuna) invece la cucina di Spiga, a cui Pierangelini sta dando gli ultimi ritocchi in vista dell'apertura del 18.

La carta non è ancora stata svelata ma ieri nel corso di un pranzo di rodaggio con esponenti della stampa specializzata sono stati presentati alcuni piatti: un assaggio di Risotto al salto con gambero rosso ("un dialogo tra Milano e me", dice lui), un Roast beef di tonno in salsa tonnata, un'Insalata di triglie alla verbena a nervetti con fagioli e caviale, Capesante con crema di patate, cotechino e cime di rapa, Ravioli di zucca burro, parmigiano e tartufo bianco di san Miniato, Coda di rospo al pepe verde, Rosette di agnello con salsa al timo e Soufflé di panettone con crema al panettone. Solo carta, perché "il menu degustazione è morto vent'anni fa". Amen.

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