Del Piero non evita il suicidio della Signora

Torino La Juventus si butta via. E il Catania gode. Pareggia a tempo scaduto con una punizione di Lodi rendendo inutile la doppietta di Del Piero. I siciliani (ri)vedono la salvezza, i bianconeri dicono addio alla speranza di acciuffare il quarto posto e magari anche l’Europa League. E dire che la partita pareva chiusa a favore dei padroni di casa: un rigore e una carambola, sempre con Del Piero protagonista, avevano permesso alla Juventus di rimanere avanti di due gol fino a dieci minuti dal termine. Avrebbe potuto essere la quarta vittoria nelle ultime cinque partite, per la truppa di Delneri, con la Lazio nel mirino e l’Europa League a un passo. Merito di Del Piero, soprattutto, capitano che parla un’altra lingua rispetto alla gran parte dei compagni e degli avversari. In sintesi: palla giocata di prima quasi sempre, idee chiare e gambe che girano.
La Juve pareva quella dei bei tempi: personalità, pressione e voglia di trovare il gol in fretta. Alvarez, con un ingenuo tocco di gomito su azione d’angolo, la aiutava anche: Del Piero trasformava il rigore e partita che pareva in discesa, resa ancor più facile una ventina di minuti dopo quando, cercando di allontanare un cross di Krasic, Silvestre faceva carambolare il pallone sul petto di Del Piero. Settimo gol in campionato per il capitano, due a zero prima e Juve a cavallo, anche perché un siluro di Gomez si stampa sulla traversa e Maxi Lopez non pareva un fulmine. Il becerume della curva Sud poteva così dedicarsi a cori contro Delneri, Motta (sostituito nell’intervallo senza particolari colpe), Balotelli e soprattutto Mancini, che per il suo passato interista non si vorrebbe sulla panchina bianconera: la curva chiamava a gran voce Antonio Conte e nulla faceva presagire quello che sarebbe successo di lì a poco. Del Piero si godeva la standing ovation, Pepe sbagliava un gol in contropiede dopo che Gomez aveva accorciato le distanze e a tempo scaduto Lodi trovava l’incrocio dei pali, con Buffon immobile e basito. E lo stadio gelato, incredulo. Con Bergonzi che fischiava la fine senza nemmeno riportare la palla a metà campo e la musica sparata a mille che chiudeva nel peggiore dei modi una serata surreale.

Bianconeri asserragliati negli spogliatoi, squadra furibonda per la gestione arbitrale degli ultimi minuti. E tra lamentazioni varie, la zona champions si allontana sempre di più: ora la Juve è a -7 dalla Lazio, prossima avversaria lunedì a Roma.

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