Pierre-René Rogue

Era nato in Bretagna, a Vannes, nel 1758. Entrato nel seminario locale, che era tenuto dai padri lazzaristi (fondati da s. Vincent Depaul), ne uscì nel 1782 da sacerdote. Per quattro anni lavorò come prete secolare, poi volle entrare a far parte della congregazione che lo aveva educato. Dopo il noviziato a Parigi, fu rimandato a Vannes come professore di teologia al seminario. Aveva preso i voti da un anno quando scoppiò la Rivoluzione francese. Poi fu un crescendo di orrori e stragi, decapitazioni in serie e tentativi di genocidio, guerre e sopraffazioni. Uno dei primi atti dei nuovi padroni giacobini fu quello di proclamare lo scisma religioso dalla Chiesa di Roma. Venne imposto il giuramento «costituzionale» al clero e quei preti che si rifiutarono furono perseguiti come «refrattari». Il padre Pierre-René Rogue fu tra questi e, anzi, fu tra i più intransigenti. Non solo non volle prestare giuramento alla Costituzione Civile del Clero ma rifiutò anche di giurare fedeltà alla Repubblica sanculotta. Naturalmente, c’era la morte per chi non si adeguava al nuovo regime (che comminava la massima pena praticamente per ogni «reato»). Molti dei suoi confratelli entrarono in clandestinità, mentre padre Pierre-René Rogue continuava il suo ministero in abiti civili.

La caccia al prete lo risparmiò fino al 1795, anno in cui venne acciuffato (la vigilia di Natale) mentre portava la comunione a un moribondo. Lo tennero in galera per più di due mesi. Fu processato dal tribunale rivoluzionario e, ovviamente, condannato davanti alla sua vecchia madre. Ghigliottinato il 3 marzo 1796.

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