«Le pietre preziose non sono inesauribili, ecco perché il loro valore è sempre in ascesa»

«Il diamante è il bene rifugio per antonomasia, ed è anche alla portata di tutti. Bastano cinquemila euro, e si può investire in un bene più sicuro anche dell’oro». Maurizio Sacchi, fondatore e ad di Diamond private investment (Dpi), ha le idee chiare: e ci tiene a sgombrare il campo dai pregiudizi.
A chi consiglierebbe di investire in diamanti?
«A tutti. Io poi consiglio sempre di non superare il 5% del proprio patrimonio per questo tipo di investimento. L’importante, comunque, è capire che si tratta di un bene rifugio, un po’ come un immobile: si vende se necessario, altrimenti può restare nel patrimonio familiare anche per venti generazioni. In più, a differenza dell’immobile, si può trasportare e rivendere ovunque».
Di solito, quando si parla di beni rifugio, si pensa all’oro: perché preferire il diamante?
«L’oro si impenna nei momenti di crisi, infatti negli ultimi cinque anni è quadruplicato, ma tra un anno o due potrebbe benissimo tornare indietro. Il diamante è meno speculativo e più stabile: non ha mai andamenti isterici, anche perché è controllato da un cartello internazionale, un po’ come l’Opec per il petrolio, che mantiene i valori stabili».
E qual è questo valore?
«L’incremento del valore di un diamante è costante nel tempo, im media un punto o un punto e mezzo oltre l’inflazione: negli ultimi anni siamo intorno al 5-6 per cento. Ricordiamo che i diamanti non sono inesauribili, quindi il loro valore continua a crescere».
Come si compra un diamante?
«Con noi, in banca. Perché i gioielli si acquistano in gioielleria, ma gli investimenti si fanno in banca. Dpi è l’unica società in Italia ad avere ottenuto le autorizzazioni sul prodotto dalla Consob e da Bankitalia a diffondere il servizio nella rete del sistema bancario italiano».
Qualche esempio?
«Abbiamo scelto banche che ci “mettano la faccia”, ben radicate sul territorio e aperte anche ai risparmiatori più piccoli. Infatti abbiamo stretto accordi con Bpm e una quindicina di banche popolari, Iccrea Holding, che raccoglie 440 banche di credito cooperativo, e con varie casse di risparmio: e altri accordi sono in fase di definizione».
Fisicamente, dove si conserva il diamante?
«In cassaforte, volendo, o nella cassetta di sicurezza della banca. Noi offriamo la polizza assicurativa: in più le nostre pietre hanno tutte il certificato Hrd della Borsa del diamante di Anversa, il sigillo laser di tracciabilità anche on line, per garantire la provenienza sicura, e la corrispondenza alle risoluzioni Onu sulla provenienza etica del prodotto. Quindi, non c’è nessun rischio di favorire riciclaggi o di arricchire sfruttatori».


E se decido di rivenderlo?
«Dpi è l’unica società in Europa che si impegna a ricollocare i diamanti in 30 giorni: e se per qualsiasi motivo non riusciamo a rispettare il termine, subentra un fondo di garanzia che si impegna a ricomprarli. Tutto nella massima trasparenza: le quotazioni sono sempre consultabili sul nostro sito www.diamondprivate.it».

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