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Di Pietro: "Governo tecnico". Bossi: "No, al voto"

Appello di Bersani all'opposizione: "Serve una strategia comune". E Di Pietro: "Prima delle urne cambiamo la legge elettorale". Ma Bossi chiude i giochi: "Non si può andare contro la volontà popolare. Escludiamo i governo tecnici per prolungare la legislatura".

Di Pietro: "Governo tecnico". Bossi: "No, al voto"

Roma - "Governo tecnico a guida Pisanu". A lanciare la proposta è il deputato finiano, Carmelo Briguglio, che raccoglie la volontà di Democratici e dipietristi che si sentono pronti a consegnare il Paese in mano a un esecutivo tecnico. Ma il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, chiude i giochi dell'opposizione e dei finiani: "Non c'è spazio per i governi tecnici, subito al voto". Proprio in vista delle urne, Bersani aveva invitato l'opposizione a "una strategia comune" in salsa anti-berlusconiana. "Non permetteremo che Berlusconi riduca l’Italia al paese delle banane - spiega il segretario Pd - se la rottura del mitico predellino portasse ad una situazione tale da rendere inevitabili le elezioni, noi ci rivolgeremmo alle opposizioni per una strategia comune di cui siamo già pronti a proporre e a discutere le basi politiche e programmatiche".

I finiani spingono per il governbo tecnico E' briguglio a candidare Giuseppe Pisanu alla guida di un nuovo esecutivo. "Nel momento in cui assistiamo a una sorta di golpe istituzionale che non ha precedenti nella storia della Repubblica, con il presidente del Consiglio che chiede e opera per ottenere il dimissionamento del presidente di uno dei due rami del Parlamento, del presidente della Camera, credo che si va a rompere la regola aurea del bipolarismo - spiega il deputato finiano - noi siamo molto affezionati al bipolarismo politico, ma siamo di fronte a un’emergenza istituzionale. Forse bisogna riflettere se non sia il caso di dare vita a un governo di garanzia, presieduto da una personalità" di rilievo e "Beppe Pisanu, il presidente dell’Antimafia, potrebbe essere una di queste di personalità".

Bossi chiude ai governi tecnici "Si va a votare subito e sono esclusi governi di larga coalizione o tecnici per prolungare la legislatura". Il leader della Lega spiega che "questi governi sono proprio le cose che non vogliamo. Sono cose che con la democrazia non ci devono essere. Governo tecnico significa fare un governo per togliere tutte le leggi che non gli piacciono. Si va alle elezioni". Alla domanda se sia possibile trovare in Parlamento una maggioranza che escluda il ricorso alle elezioni, Bossi chiude: "Non si può andare contro la volontà popolare. In democrazia c’è il governo votato dalla gente. Da Berlusconi in poi i governi sono sempre stati votati dalla gente".

Bersani vuole Berlusconi in aula Bersani spiega che "se fosse certificata la crisi la parola passerebbe al capo dello Stato e al Parlamento secondo un percorso costituzionale in cui ognuno dice la sua, ma nessuno può dettare il compito agli altri. Il golpista è chi nega questo e non chi lo afferma". Poi il segretario del Pd puntualizza che "se la rottura del mitico predellino portasse ad una situazione tale da rendere inevitabili le elezioni e per giunta con questa vergognosa legge elettorale noi ci rivolgeremmo alle forze del centrosinistra e dell’opposizione per una strategia comune di cui siamo già pronti a proporre e a discutere le basi politiche e programmatiche".

L'apertura di Di Pietro Antonio Di Pietro rilancia la necessità di tornare alle urne per risolvere la crisi in atto nel Paese ma apre anche all’ipotesi di un "governo tecnico di emergenza", a patto però che abbia un "mandato chiaro": cambiare la legge elettorale per andare a votare. Secondo il leader Idv, "è inutile perdere tempo. E' in atto una gravissima crisi che investe il Paese sul piano economico, istituzionale e politico, con lo sfaldamento di una maggioranza i cui componenti ormai giocano allo sfascio, rinfacciandosi vicende scabrose di cui sono protagonisti. Noi dell'Italia dei Valori ci battiamo affinché si vada al più presto alle urne, anche in autunno, e siamo disposti ad allearci perfino con il diavolo pur di ridare al Paese una speranza per il futuro". Di Pietro si dice  "disponibile, semmai ciò fosse possibile, a lavorare affinché il Parlamento dia al Paese una nuova legge elettorale e una legge che garantisca realmente il pluralismo e la correttezza dell'informazione".

"Ma, in questo caso - conclude l'ex pm - vogliamo dal Presidente del Repubblica una data certa e un mandato chiaro per evitare che, come al solito, un governo tecnico di emergenza divenga governo di lunga durata, pur non avendo alcun consenso elettorale".

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