Il filosofo omosessuale, il sindacalista Fiom, lhostess Cai. Lex comunista arrabbiato, il fine scrittore mitteleuropeo, la grillina, il pacifista, lautonomista valdostano, lideologo del Nuovo umanesimo, il magistrato sciupafemmine. Peccato abbiano detto di no lOrso Yoghi, la Bella addormentata nel bosco e Capitan Uncino, con loro la società civile sarebbe stata ancora più rappresentata. Sembra il cast di un reality, la «Fattoria» di Tonino, o una puntata di Annozero, invece no. È larmata BrancaTonino, lallegra brigata in partenza per lEuropa, con le bibite e i salatini offerti gentilmente in volo da Maruska, lex pasionaria Alitalia, ultima trovata mediatica di Tonino. È il volo Montenero di Bisaccia-Strasburgo, andata e ritorno. Ma più del check-in, qui servirebbe un check-up per capire il piano di volo dellIdv in salsa comunitaria.
Aspiranti onorevoli finiti nel dimenticatoio, intellettuali in cerca di ribalta. Eccoli lì, senza nulla che li accomuni se non la confusa ideologia dipietrista (di destra o di sinistra, a seconda delloccasione e del nemico) e loccasione storica di accaparrarsi per cinque anni un seggio nel Parlamento Ue. È il presepe elettorale di Di Pietro, lalbum di figurine utile per presentarsi come un partito di facce nuove (scontentando i peones del suo partito che si sono visti bocciare le candidature interne allIdv, per far posto ai vip). Tanto poi gli eurodeputati contano poco, il partito funzionerà con i reggenti e i colonnelli di sempre, nessun cambiamento. Giusto una vetrina dove mettere in mostra largenteria per sperare in un buon risultato (lIdv punta all8%) e camparci di rendita fino alle prossime elezioni, nella lotta fratricida col Pd di Franceschini.
Facce nuove? Insomma. Pino Arlacchi è stato parlamentare tre volte, con i Ds e prima ancora con il Pds. Gianni Vattimo è stato con i Radicali, col Pci, con i Ds, con i Comunisti italiani. Maurizio Zipponi, ex sindacalista della Fiom, è stato deputato di Rifondazione nel 2006, poi non rieletto nel 2008 è tornato al sindacato ed è diventato uno degli ospiti ricorrenti del programma di Santoro, dove Di Pietro è un habituè.
Curiosa la corsa del coltissimo Giorgio Pressburger, drammaturgo, regista e autore Einaudi, candidato di Di Pietro nel Nord-est (si dice che un altro scrittore mitteleuropeo, Claudio Magris, sia misteriosamente attirato dal dipietrismo al punto da inviare lettere di sostegno allIdv ai suoi amici...). Nemmeno Pressburger però è di primo pelo in politica. Alla fine degli anni 90 è stato assessore alla Cultura del Comune di Spoleto, storico feudo della sinistra. La sua candidatura era nellaria anche se tenuta nel cassetto fino allultimo, qualche settimana fa ospite dellInfedele lo si poteva vedere già con la spilletta del gabbiano sulla giacca. Il nome di Giorgio Schultze dice qualcosa? Portavoce europeo del Nuovo umanesimo (avrà visto in Di Pietro un nuovo Petrarca?) ha cercato più volte la strada del Palazzo, senza trovarla: due volte candidato nelle liste umaniste a sindaco di Milano, unaltra come presidente della Regione Lombardia. In Valle dAosta dovrebbe correre con lIdv Franco Vallet, ex assessore regionale, che nel 2006 ha fondato il movimento autonomista Renouveau Valdôtain. Si vocifera anche di Flavio Lotti, organizzatore della tradizionale marcia Perugia-Assisi. Pacifisti, giustizialisti, pensatori deboli, autonomisti, umanisti. Un minestrone inedito.
Larea giudiziaria sarà coperta da Luigi De Magistris. Tentativo fallito col gip Clementina Forleo, Di Pietro si è dovuto accontentare del suo legale, Giovanni Pesce.
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