Pillola abortiva, i medici chiedono istruzioni alla Regione

Negli ospedali milanesi sono già in corso le riunioni per prepararsi a gestire le richieste della pillola abortiva, in arrivo all’inizio di aprile. Riunioni alla Mangiagalli e dal San Carlo arriva un appello alla Regione Lombardia perché detti linee guida uguali per tutti i reparti di ginecologia. «Servirebbe un protocollo comune - sostiene il primario Mauro Buscaglia - perché tutti gli ospedali seguano le stesse regole e gli stessi comportamenti».
L’arrivo della RU486 non è facile da gestire. Innanzitutto eticamente. Bisogna garantire la libertà di scelta alle donne, ma anche fare in modo che nessuna corra rischi per la salute. Ad esempio, è necessario fare in modo che le pazienti, dopo aver preso la pillola, rispettino il ricovero di tre giorni (obbligatorio in Lombardia) e non firmino il foglio di dimissioni dall’ospedale con il rischio di abortire a casa senza assistenza. Punto numero due: bisogna impostare i fogli del consenso e dare alle donne tutte le informazioni utili a decidere cosa fare in libertà. I primi a doversi informare sulle modalità di somministrazione della RU486, sui tempi, i dosaggi e gli effetti collaterali, saranno i ginecologi dei consultori delle Asl che solitamente sono i primi ad essere interpellati dalle donne che intendono abortire. Spetterà a loro consigliare e indirizzare le donne.

E per rispettare la libertà di scelta delle giovani, i medici dovranno anche dare informazioni in tempi rapidi per evitare che scadano i termini di somministrazione della pillola abortiva, che può essere prescritta per legge solo entro la settima settimana di gravidanza.

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