Non è cosa semplice raggiungere il cimitero Pini Storti in via Sant'Alberto a Sestri. Soprattutto se si pensa che la strada è stretta e poco servita dai mezzi pubblici. Ci arriva soltanto il «52». Ma poco importa se si considera che questo camposanto - nel viaggio intrapreso da il Giornale lungo la via dei cimiteri cittadini -, resta forse quello tra i più organizzati e più in ordine in città. Almeno in alcune sue parti, specialmente si guarda alle terrazze superiori. E proprio in questo spazio i parenti dei defunti non lamentano che piccoli cespugli di erba incolta e qualche seme di albero a terra. È grande nelle dimensioni - ci sono quindici campi comuni, colombari, ossari, gallerie, cappelle e tombe di famiglia. C'è l'imponente chiesa centrale - fasciata però da transenne - un monumento ai caduti con la scritta: «Il popolo sestrese ai suoi martiri della libertà. 12 marzo 1950», e una galleria sottostante dove sono sepolte alcune vittime della seconda guerra mondiale. Ma anche una cappella pulita e ben tenuta e la cripta che accoglie le salme è dignitosa. I servizi igienici, quelli forse, dovrebbero essere più puliti. Sono maleodoranti e sporchi. Ma cosa che più sorprendente è trovare qualcuno che taglia l'erba e che l'accantona con un apposito strumento depositandola ai lati della strada. Sembra strano, ma è vero. Così come è vero il giudizio di alcuni visitatori di Pini Storti, soddisfacente in questo angolo del cimitero: «Grandi cose da denunciare, non ci sono», sottolinea soddisfatta Luciana.
Ma basta spostarsi di poco, scendere qualche gradino e lo scenario cambia. Nella parte inferiore la poca manutenzione salta subito all'occhio.
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