Pinuccio fa il miracolo: tregua nel nome di Tatarella

RomaEra nato come catalizzatore di un dibattito ingessato, se non congelato, sulla legge elettorale. Un tentativo di smuovere le acque e restituire vigore a uno di quei temi apparentemente finiti su un binario morto. La politica, però, è veloce e modifica gli scenari in tempi brevissimi. E così il convegno «Quanto pesa il tuo voto, ipotesi di legge elettorale oggi», organizzato dall’associazione Italia Protagonista di Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa nel nome di Giuseppe Tatarella, già ministro dell’Armonia, bipolarista convinto e ideatore di sistemi elettorali, si trasforma nella sede in cui aprire un confronto pubblico tra Pdl, Pd, Udc e Lega sul tema del giorno: la modifica del Porcellum.
Le consultazioni scorrono quotidianamente, la volontà di stringere e arrivare a un accordo esiste ma dalle manifestazioni di intenti alla definizione di una bozza ce ne passa. E così i relatori dei vari partiti finiscono per produrre tessere che non si incastrano ancora in un mosaico compiuto. «Dovranno intervenire Alfano, Bersani e Casini per fare un altro giro di consultazioni che verifichi la sussistenza di condizioni comuni per le riforme elettorali e istituzionali e puntare così, in poco più di un anno, a fare le riforme» annuncia Ignazio La Russa, il delegato del Pdl alla trattativa insieme a Gaetano Quagliariello e Donato Bruno. «In ogni caso è importante che sia mantenuta una tendenza bipolare». Maurizio Gasparri, invece, batte su uno degli obiettivi del Pdl: legare la riforma elettorale a quella costituzionale. «Visto che in Italia oggi c’è un presidenzialismo di fatto perché non averlo di diritto?. Vedo molta attenzione sulla partecipazione dell’elettore. Non vorrei che questo significasse minore attenzione verso la formazione di maggioranze chiare». Chi getta acqua sul fuoco dell’ortodossia bipolarista è il centrista Ferdinando Adornato. «Abbiamo pensato che un sistema elettorale potesse cambiare il sistema politico. Così non è stato. Volevamo andare a Washington e ci siamo ritrovati a Beirut». Di tutt’altro parere Altero Matteoli che guarda con aperto sospetto al comunicato prodotto da Pdl e Udc. «È molto equivoco e non lo condivido affatto. I cittadini non devono sapere solo chi sarà eletto ma anche chi sarà il premier e non scoprirlo solo dopo con accordi successivi». Chi scende su un terreno concreto e inizia a piantare paletti è Gaetano Quagliariello. «Il centrodestra è storicamente avvantaggiato dal premio di maggioranza e penalizzato da doppio turno e uninominale» spiega, facendo capire che Via dell’Umiltà non ha intenzione di procedere orgogliosamente sulla via del masochismo. Fabrizio Cicchitto chiede alla politica un guizzo di vitalità e la capacità di immaginare un bipolarismo diverso. E se Luciano Violante prova a spingere sull’acceleratore e invita a tirare le fila del dibattito entro la fine della prossima settimana, Roberto Calderoli affila le armi dialettiche.

«Il confronto tra i partiti è partito con il piede sbagliato. Si parla di uno spagnolo con un po’ di tedesco. Da noi i meticci, cioè come vengono nobilmente chiamati bastardi vengono sempre espunti. Facciamo una legge elettorale che abbia un pedigree, il porcellum ce l’aveva».

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