Pioggia e allagamenti, litorale in ginocchio

Stefano Vladovich

Strade allagate, voragini, rami crollati, semafori in tilt. La pioggia battente, come sempre, ha provocato incidenti e disagi a non finire sul litorale romano e nell’immediato entroterra. Una giornata da dimenticare quella di ieri per migliaia di romani che, a fatica, sono riusciti a raggiungere il posto di lavoro. A cominciare dagli automobilisti che si sono trovati lungo la Cristoforo Colombo, chiusa in tutti e due i sensi tra Acilia e Spinaceto. Al quindicesimo chilometro, in particolare, l’acqua ha invaso la carreggiata creando una situazione di pericolo tanto da allertare la polizia municipale del XIII e XII Gruppo e gli uomini della Protezione civile. «Siamo stati costretti a deviare il traffico su via di Mezzocammino - spiegano i vigili urbani - per evitare che le auto si fermassero in mezzo alla sede stradale». Manco a dirlo, intasato fino alla tarda mattinata il Grande raccordo anulare, la statale via del Mare, la Pontina e le principali arterie di collegamento delle zone periferiche. Decine le abitazioni sommerse dal fango ad Acilia, Infernetto, Longarina e Stagni (Ostia Antica). Il problema? Quello di sempre: l’impianto fognario, a tratti in via di completamento, insufficiente a smaltire le precipitazioni. In alcuni casi l’acqua viene rigettata in superficie assieme ai liquami. Accade a San Francesco, nelle stesse abitazioni coinvolte nell’alluvione di tre anni fa quando i canali di bonifica (per un guasto alle pompe idrovore) strariparono. Insomma, un quadro catastrofico che non preannuncia certo un inverno facile per i pedoni e gli automobilisti lidensi. Sott’acqua il lungomare di levante (altezza Castelfusano e Stella Polare), via dei Velieri, via delle Zattere, viale Isole del Capoverde impraticabili. Ancora: sospese le operazioni di carico e scarico nelle due piattaforme petrolifere a tre miglia al largo di Fiumicino. Navi e pescherecci, infine, bloccati in darsena. Stessa storia per i collegamenti viari da e per l’aeroporto di Fiumicino, semiparalizzati fino a sera. Qual è il motivo per cui ogni autunno il litorale finisce sommerso? L’assenza di un impianto fognario in grado di sopportare l’aumento della popolazione. Incredibile ma vero: il sistema di scolo e canalizzazione delle acque piovane del Lido di Roma è fermo agli anni Trenta. Sottodimensionato e ostruito dalla sporcizia. Dei 20mila pozzetti a smaltimento poco più di un terzo funziona a dovere. Il denaro stanziato ogni anno, del resto, non basta per la manutenzione ordinaria. Secondo i tecnici comunali a provocare l’intasamento fognario tre elementi. La scarsa pulizia dei pozzi esistenti per gli alti costi d’esercizio, intorno agli 80 euro ognuno; il cambiamento della qualità delle acque meteoriche (il traffico automobilistico disperde sull’asfalto gas e olii di scarico fortemente impermeabilizzanti); infine l’espansione urbanistica che ha diminuito, rispetto a 70 anni fa, le superfici assorbenti, prati e terreni incolti fra i palazzi. Decine le telefonate e richieste di aiuto al 115. «Dalle 7 di oggi - spiegano i vigili del fuoco di via Celli - non ci siamo fermati un attimo. In programma abbiamo una serie di interventi che andranno avanti giorni.

Fra questi le verifiche di stabilità di numerose abitazioni del centro storico e di Nuova Ostia». Allarme rosso per gli abitanti della foce del Tevere, l’Idroscalo e il Passo della Sentinella, minacciati dalle esondazioni del Tevere.

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