È lanno del bis azzurro. Si gioca in Francia, soffiano venti di guerra, il secondo conflitto mondiale scoppierà lanno successivo. La Germania ha appena invaso lAustria, la Spagna è dilaniata dalla guerra civile. In questo contesto, lItalia si conferma massima potenza del calcio. È il coronamento di un quadriennio da favola, iniziato con il trionfo del 34 e proseguito con loro alle Olimpiadi di Berlino nel 36. In Francia, il cerchio si chiude, e lItalia si consacra definitivamente.
In panchina siede ancora Vittorio Pozzo, ma sarà il mondiale di Silvio Piola. Il cammino degli azzurri è durissimo: servono i supplementari per avere ragione della debuttante Norvegia. Nei quarti cè la Francia padrona di casa e un popolo intero contro: lItalia passa 3-1, doppietta di Piola. La semifinale è con il Brasile dellastro Leonidas (sette reti nel mondiale). I sudamericani sono convinti di avere la finale in tasca, hanno già prenotato i biglietti aerei per Parigi. Ma il destino sorride agli azzurri, che vincono 2-1 e guadagnano la finale contro lUngheria.
Partita senza storia. I magiari arrivano allatto conclusivo dopo un cammino privo di ostacoli. LItalia tiene la gara in pugno dal primo allultimo minuto. Dopo cinque minuti è già in vantaggio, merito di una bordata di Colaussi. Strada in discesa, se non fosse che al 7 lUngheria pareggia con Titkos. Ma è un incidente di percorso. Nellarco di mezzora lItalia conduce 3-1, reti di Piola e ancora Colaussi. Nella ripresa lUngheria tenta loperazione aggancio, riduce le distanze con Sarosi, ma ci pensa di nuovo uno scatenato Piola a liquidare la pratica. È 4-2, gli azzurri sollevano di nuovo la coppa.
Poi, 12 anni di black-out. La guerra ferma lo sport fino al 1945.
Commenti
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.