Via Piombelli, lo scambio di idee Regione-Comune non trova soluzioni

Un altro nulla di fatto sul futuro della discarica abusiva di via Piombelli a Rivarolo. Sono state discusse ieri le due interrogazioni presentate in consiglio regionale dai consiglieri Gianni Plinio (Pdl) e Patrizia Muratore (Idv) che chiedevano lumi alla Regione rispetto alla mancata bonifica dell’area su cui l’amministrazione regionale si era impegnata fin dal 2005: ancora seicento fusti inquinanti continuano a rilasciare nel terreno sostanze tossiche.
A farne le spese i residenti della zona che qualche settimana fa avevano protestato contro Comune e Regione durante un sopralluogo con i tecnici di Arpal. La richiesta era chiara, capire perché non si sia proceduto alla completa bonifica dell’«area dei veleni» come è ormai conosciuta in Valpolcevera, ma ci si sia fermati dopo un lavoro parziale. «L’area non è pubblica - ha replicato Franco Zunino, assessore all’ambiente - è di proprietà della famiglia Cattaneo Adorno e su quella zona investimenti ce ne sono già stati. Il Comune ha chiesto solo recentemente un sostegno economico per finanziare lo smaltimento totale dell’area, vedremo di riuscire ad accontentare questa richiesta». Zunino esponendo il problema ha fatto riferimento ad una serie continua di scambi di idee tra Regione e Comune di Genova avvenuto negli anni.
Una risposta che non ha soddisfatto i due interroganti visto anche il lasso di tempo notevole passato tra la promessa di intervento del 2005 e quella di ieri. Se per Patrizia Muratore si tratta di un lavoro rimasto a metà («rimango perplessa su come l’assessore regionale ha trattato l’argomento»), Gianni Plinio è stato molto più esplicito e contrariato tanto da considerare come un nulla di fatto quanto è emerso nel dibattito in consiglio regionale.

«Quella tra Regione e Comune è stato uno stucchevole balletto epistolare che non porta nessuna soluzione - ha attaccato il consigliere del centrodestra -. È grave che ancora oggi la Regione parli di stanziamenti ma non provveda ad operare con una bonifica che doveva essere completata quattro anni fa. Si gioca sulla salute di centinaia di persone».

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