IL PIPISTRELLO con Ferri e Tewsley vola al Piermarini

La fantasiosa interpretazione del coreografo Roland Petit fa rinascere il celebre balletto di Johann Strauss junior

Piera Anna Franini

È in circolo dal 1979, l’anno in cui il coreografo Roland Petit decideva di ricavare un balletto dalla fortunata operetta di Johann Strauss junior, Il pipistrello. Milano lo avrebbe conosciuto solo nel 2003, al teatro degli Arcimboldi. Ora, questa creazione di Petit ripresa da Jean-Philippe Halnaut, ritorna alla Scala per chiudere la stagione di balletti 2005-2006 secondo l’interpretazione di Alessandra Ferri (nelle recite del 7, 8, 11, 13 e 15 settembre), in coppia con Robert Tewsley, già alla Scala in Cenerentola e Dido and Aeneas.
Il primo appuntamento con Il pipistrello di Petit su musiche di Strauss (rielaborate da Douglas Gamley) è per giovedì, e lo vedremo secondo l’allestimento di Jean-Michel Wilmotte, costumi di Luisa Spinatelli e luci di Jean-Michel Désiré.
Dell’originale straussiano, la vicenda ha mantenuto salda la sola cornice. Lo stesso Petit definì questa sua trasposizione una «libera, fantasiosa analisi trasversale» del libretto originale.
I tre atti si sminuzzano in sette quadri, Johannn, protagonista assieme alla moglie Bella, non si limita a vestire i panni del pipistrello, «diventa egli stesso un pipistrello. E non esce di soppiatto dalla porta, vola via veramente, dalla finestra. E alla fine, per costringerlo a restare in casa accanto a lei per sempre, Bella non gli nasconde semplicemente i ferri del mestiere – il mantello e l’abito da sera – ma gli taglia letteralmente le ali con le forbici, come Dalila tagliò i capelli di Sansone», racconta Petit. Che fa chiudere il balletto a un marito ormai remissivo, ex viveur impenitente e ora pronto a calzare le classiche pantofole consegnate dalla moglie.
Una metamorfosi, alla fine, da non prendersi sul serio sostiene il ballerino che darà vita a questo personaggio scanzonato. Robert Tewsley, infatti, ci ha spiegato che «la chiave di lettura di questo spettacolo si coglie anzitutto nella buona dose di humour». Quanto a Johann, continua, «è un uomo simpatico, dal carattere spassoso». E le difficoltà nel rendere giustizia a questo personaggio, dice Tewsley, stanno proprio nel «tirar fuori l’umorismo che intride lo spettacolo».
Il ballerino, noto per la pulizia tecnica, étoile di prima grandezza del Royal Ballet, guest artist e poi principal dancer del New York City Ballet, è già stato Johann, a Tokio, lo scorso maggio, proprio in compagnia di Alessandra Ferri. Che definisce «attrice fantastica, ballerina con cui tutto diventa semplice perché vive i personaggi con estrema naturalezza».


Il pipistrello segna il debutto italiano della coppia Ferri-Tewsley che, oltre all’appuntamento giapponese, ha già avuto modo di conoscersi altrove in Manon, il balletto che più sta a cuore a Tewsley. Apprezzamenti che lui estende alla compagnia di ballo e al Teatro dove si augura di tornare presto.
Il pipistrello, Teatro alla Scala, dal 7 al 15 settembre, info 02-72003744, ingresso da 105 a 10 euro

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