In certi casi giustizia fa rima con ergastolo. È per questo che le turpi azioni di Murat Karatas meritano, secondo il pubblico ministero, tre sole parole: fine pena mai. La notizia arriva dalle agenzie di stampa turche.
Karatas, il 31 marzo scorso, violentò e uccise la milanese Giuseppina Pasqualino Di Marineo, meglio conosciuta come Pippa Bacca. Le aveva dato un passaggio lungo la strada tra Istanbul e Beirut, nascondendo la sua ferocia dietro allapparente gentilezza. Non provò nessuna pietà per il corpo dellitaliana, abbandonato in una foresta dopo il sopruso e lomicidio, né per il suo candido vestito da sposa. Lo stesso con cui Pippa voleva arrivare sino a Tel Aviv a forza di autostop e che invece è finito nel sangue. Il suo sangue da artista giramondo.
Ergastolo per lorco, senza possibilità dappello. Il magistrato mette così contro il muro la corte giudicante. Una richiesta che suona un po come un «non accettiamo mezze misure, sbattetelo in cella e buttate le chiavi». In gattabuia Karatas cè dallo scorso aprile, quando fu arrestato dalla polizia turca alcuni giorni dopo il ritrovamento del cadavere di Pippa nei boschi vicini alla città di Gebze, nella provincia di Kocaeli.
La milanese era partita dallItalia con unamica per portare un messaggio di pace in Medio Oriente. Tutte e due con labito bianco, sognando un mondo giusto. Un mondo in cui non ci sono orchi. Si sbagliava, povera Pippa.
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