Pirata della strada Per il giudice agì come un giocatore di roulette russa

Agì come un giocatore di roulette russa che affronta però la prova armato di un revolver quasi completamente carico puntato per di più contro un’altra persona. Il paragone è contenuto nella motivazione della sentenza con cui la terza corte d’assise il 6 febbraio ha condannato a 16 anni di reclusione per omicidio volontario, sotto il profilo del dolo eventuale, Ignatiuc Vasile, il moldavo di 23 anni che il 18 luglio scorso al volante di un furgone rubato, per sfuggire a un’auto della polizia, provocò un incidente all’incrocio tra via Nomentana e viale Regina Margherita causando la morte di uno studente ventenne, Rocco Trivigno, e il ferimento di altre tre persone.
Per i giudici, quello oggetto di valutazione «non è un semplice incidente stradale ma un crimine ben più grave: un omicidio volontario».

«Ebbene l’imputato - si legge nella sentenza - non solo si è rappresentato che stante il semaforo rosso, stante la mole del suo mezzo, stante la velocità pazzesca a cui ha affrontato l’incrocio, stante il traffico ancora intenso a quell’ora, stante il contesto di centro urbano, in cui si svolgeva, poteva provocare un incidente mortale, ma proprio accettandone, con scelta criminale, il rischio ha fondato la sua speranza e il tentativo di sfuggire alla polizia che lo inseguiva con un automezzo assai più leggero, potente e veloce che gli avrebbe consentito agevolmente di raggiungerlo se avesse potuto correre il rischio mortale che lui sapeva non poteva affrontare, a differenza sua.

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